[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-08-2023]
Jane Friedman è una scrittrice americana i cui libri sono da tempo in vendita anche tramite Amazon e vengono discussi e condivisi sul social network specializzato Goodreads.
Proprio su questi due siti Jane Friedman ha scoperto un fenomeno molto curioso: ha infatti visto in vendita libri che portavano il suo nome come autrice ma che lei non aveva mai scritto, e alcune persone tramite Goodreads le hanno detto di aver acquistato la sua ultima fatica, un'opera con cui ancora una volta lei non aveva nulla a che fare. L'articolo continua qui sotto.
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Sappiamo che da qualche tempo le cosiddette Intelligenze Artificiali sono in grado di scrivere testi abbastanza convincenti, e naturalmente sono capaci di produrre lunghi brani in pochissimo tempo.
Così è nata una nuova truffa: invadere i negozi online e le piattaforme con libri scritti da IA ma messi in vendita sotto il nome di autori abbastanza famosi da attirare l'attenzione di potenziali acquirenti. La truffa è particolarmente convincente perché il libro effettivamente offre un contenuto, anche se chiaramente non all'altezza di quanto potrebbe scrivere l'autore vero; ma ciò si scopre soltanto ad acquisto concluso.
Jane Friedman ha espresso le proprie opinioni in merito sul proprio blog, in un post significativamente intitolato Preferirei vedere che i miei libri vengono piratati nel corso del quale commenta: «Chiunque stia facendo tutto ciò sta ovviamente approfittando degli scrittori che si fidano del mio nome e pensano che sia stata davvero io a scrivere quei libri. Ma non l'ho fatto».
Il caso in questione non è peraltro l'unico creato da libri "scritti" da delle IA. Già lo scorso febbraio Reuters aveva segnalato la diffusione della pratica, adottata da alcuni aspiranti autori, di trasformasi dall'oggi al domani in scrittori pubblicati grazie al lavoro di ChatGPT.
Più di recente, Vice ha raccontato di come la classifica dei libri più venduti in versione per il Kindle fosse infestata da libri generati da IA e facilmente classificabili come nonsense, in quanto illeggibili e senza senso.
Il problema inizia insomma a diventare serio e non soltanto perché qualcuno pensa che le IA generative siano una strada comoda per ottenere fama e denaro, ma anche perché questa pratica, portata all'estremo da gente senza scrupoli, sta rovinando la reputazione degli scrittori veri.
A complicare la questione pensano poi Amazon e Goodreads stessi. Il primo, dopo aver scoperto che Jane Friedman non ha mai registrato il proprio nome come marchio, ha spiegato di non poter far nulla per rimuovere i "falsi": niente marchio equivale a nessuna base per chiedere la rimozione. I libri in seguito sono stati rimossi comunque, ma soltanto perché l'autrice ha deciso di far scoppiare il caso.
Goodreads, invece, ha una procedura farraginosa per chiedere la rimozione dei libri illeciti: gli autori devono infatti rivolgersi ai "bibliotecari" (che sono volontari), descrivendo la propria posizione in post pubblicati in specifici gruppi e thread di discussione. Il sistema funziona anche ma, per l'appunto, richiede un grosso dispendio di tempo e di energie.
«Abbiamo un bisogno disperato di misure di sicurezza che blocchino questa valanga di attribuzioni errate e di disinformazione»afferma la Friedman. «Amazon e Goodreads, vi prego di creare un modo per verificare la paternità delle opere, o per consentire agli autori di bloccare con facilità i libri attribuiti loro in modo fraudolenti. Fatelo adesso e fatelo subito».
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