Don Mattia Ferrari, spesso in contatto telefonico con il Papa, sarebbe stato intercettato con Paragon.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-03-2025]
Don Mattia Ferrari, trentaduenne prete modenese, è il cappellano della nave “salva immigrati” della ONG Human, che ha salvato numerosi naufraghi da morte sicura nel Mediterraneo mentre cercavano di fuggire da guerra, fame e torture in campi profughi in Libia.
Per questo suo impegno umanitario è molto apprezzato dallo stesso Papa Francesco, il quale ha voluto anche scrivere la prefazione a un suo libro in cui racconta la propria esperienza.
Ora ha appreso ufficialmente da Meta che anche lui, come il direttore di Fanpage e Luca Casarini, sarebbe stato intercettato nelle sue comunicazioni su Whatsapp. Il fatto sarebbe avvenuto grazie al software israeliano Paragon, fornito anche ai servizi segreti italiani e alle forze di polizia italiane a condizione di non essere utilizzato per spiare giornalisti e attivisti politici, così come è specificato nei contratto.
Don Mattia ha confermato che non poche volte si è trattenuto in conversazioni con il Pontefice; la riservatezza delle comunicazioni epistolari e telefoniche è garantita addirittura da un accordo internazionale fra Italia e Santa Sede compreso nei Patti Lateranensi; in questo accordo l'Italia non si impegna solo a non spiare il Papa, ma anche a impedire ad altri di farlo.
In realtà sappiamo che sotto il regime fascista - che pure aveva sottoscritto per primo i Patti, poi entrati a far parte della Costituzione italiana - aveva ascoltato e registrato conversazioni telefoniche della Curia vaticana. Negli anni '50 la CIA aveva addirittura infiltrato in Vaticano una sua spia, il gesuita americano Padre Morlion, e così pure avevano fatto i servizi segreti sovietici.
Inoltre il vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana Francesco Savino ha dichiarato di aver avuto diverse conversazioni telefoniche sempre con Don Mattia sui temi del salvataggio e dell'assistenza ai migranti. Per il Concordato, che fa parte dei Patti Lateranensi, un vescovo italiano può essere intercettato solo per ordine della magistratura, ma la Segreteria di Stato vaticana deve esserne informata.
Savino chiede dunque conto al governo italiano di quello che è successo e la ritiene una lesione della democrazia. A oggi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano, che ha la delega ai servizi segreti, ha negato ufficialmente al Parlamento che Paragon sia stato utilizzato dai servizi di intelligence italiani per spiare giornalisti e attivisti, anche se ha rifiutato di fornire ulteriori informazioni, in quanto riservate.
Anche la Polizia di Stato, l'Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia Penitenziaria hanno smentito ufficialmente ogni tipo di uso improprio del software nei confronti delle persone a cui Meta ha comunicato il monitoraggio di Paragon.
Il Copasir - il Comitato parlamentare di controllo dei servizi di informazione - ha convocato sulla questione il procuratore generale della Repubblica presso la Cassazione, a cui i servizi per legge devono comunicare la lista delle intercettazioni in corso, che però rimangono riservate e nell'esclusa disponibilità dei servizi.
Al momento le autorità vaticane, sia diplomatiche che giudiziarie, non hanno ancora sollevato la questione presso le autorità italiane; non si può però escludere che, con la consueta prudenza che le caratterizza da secoli, non lo facciano più avanti.
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