[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-07-2025]
La Commissione Europea sta valutando una nuova proposta tesa ad accelerare la transizione verso la "mobilità sostenibile": a partire dal 2030, obbligare le flotte aziendali e le società di noleggio auto ad acquistare esclusivamente veicoli elettrici a batteria. L'iniziativa, anticipata dal quotidiano tedesco Bild am Sonntag, mira a colpire circa il 60% del mercato delle auto nuove, rappresentato da flotte aziendali e veicoli a noleggio: si anticipa di cinque anni il divieto di vendita di auto endotermiche previsto per il 2035. La proposta, ancora in fase di elaborazione e attesa per la presentazione entro la fine dell'estate, ha già suscitato reazioni contrastanti, con forti opposizioni da parte della Germania e degli operatori del settore.
L'obiettivo della Commissione è chiaro: sfruttare il peso delle flotte aziendali e del noleggio, che rappresentano il 60% delle immatricolazioni in Europa, per accelerare la decarbonizzazione del settore automobilistico. Ci si aspetta che questa misura incentivi la produzione di veicoli elettrici, stimoli gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica e favorisca l'ingresso di circa 7 milioni di auto elettriche usate nel mercato entro il 2035, rendendole anche più accessibili ai privati. Organizzazioni ambientaliste come Transport & Environment sostengono che l'elettrificazione obbligatoria delle flotte rappresenterebbe un «salto di qualità» per la sostenibilità, riducendo significativamente le emissioni di CO2 e la dipendenza dai combustibili fossili.
La proposta sta però incontrando ostacoli significativi. La Germania, uno dei principali mercati automobilistici europei, si oppone fermamente. Il ministero dei trasporti tedesco ha dichiarato di voler «respingere fermamente» l'obbligo anticipato, mentre l'associazione dell'industria automobilistica (VDA) ha definito la misura «impraticabile» a causa della carenza di infrastrutture di ricarica, soprattutto ad alta velocità, e dei costi elevati dei veicoli elettrici. L'eurodeputato della CSU Markus Ferber ha persino scritto alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen per chiedere l'abbandono del progetto, sostenendo che imporrebbe acquisti di veicoli elettrici senza reali benefici operativi. Anche Richard Knubben di Leaseurope ha criticato l'anticipo del divieto al 2030, definendolo un'azione «subdola» rispetto al termine del 2035.
Le difficoltà pratiche sono evidenti. In Italia, per esempio, l'elettrificazione è in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, con solo 222.711 auto elettriche circolanti al gennaio 2024, secondo Motus-E. La rete di ricarica soffre di problemi burocratici e di stazioni non funzionanti, pur essendo cresciuta del 31,5% tra il 2023 e il 2024 con 54.164 punti. Il venir meno degli incentivi Ecobonus dopo il 2024 rende l'adozione di veicoli elettrici meno attraente per le aziende, nonostante sgravi fiscali come la detrazione IVA al 100% per veicoli a uso strumentale e una tassazione al 10% per i fringe benefit delle auto elettriche.
La proposta dovrà passare il vaglio del Parlamento Europeo e del Consiglio UE: un processo che promette di essere complesso. Nel frattempo aziende come Volvo segnalano le difficoltà di una transizione così rapida: hanno rivisto i loro obiettivi di elettrificazione totale al 2030 a causa di un calo della domanda. Con il settore automobilistico europeo che rappresenta un giro d'affari di centinaia di miliardi di euro, il successo di questa iniziativa dipenderà dalla capacità di Bruxelles di affrontare le critiche e garantire infrastrutture adeguate.
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