Ci sarà il decreto salva-diritti contro i cinesi?

E' possibile che il Governo intervenga con un decreto per bloccare l'accesso ai siti cinesi che trasmettono le partite del nostro campionato.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-02-2006]

Era il 1982 quando un pretore d'assalto decise di applicare la sentenza della Corte Costituzionale che liberalizzava le TV locali, ma proibiva la loro interconnessione fino a costituire una rete nazionale in concorrenza con le reti RAI. In pratica la Corte Costituzionale aveva dichiarato decaduto il monopolio della RAI, TV di Stato, e aveva concesso ai privati di aprire proprie emittenti televisive in ambito locale. Ma aveva anche giudicato che le reti nazionali dovessero rimanere pubbliche, stante la limitazione delle frequenze, per evitare monopoli o oligopoli privati, rischiosi per il pluralismo dell'informazione in un settore così importante per la formazione dell'opinione pubblica come la TV.

La sentenza era stata aggirata dalla catena di emittenti locali acquistata da Silvio Berlusconi, con trasmissioni che andavano in onda con pochi minuti o secondi di scarto nelle varie regioni e quindi non in diretta. Ma si trattava di un aggiramento troppo sfacciato e, perciò, un giudice scrupoloso non lo volle accettare. Il premier, allora Bettino Craxi, emanò, quindi, un decreto con assoluta urgenza, il famoso decreto salva-Fininvest, per "ragioni di ordine pubblico", perché pareva che milioni di massaie sarebbero scese in piazza pur di non perdere la serie di Dallas che imperversava su Canale 5.

Oggi potremmo essere all'alba di un nuovo decreto, questa volta emanato dallo stesso Berlusconi che, allora, fu il maggior beneficiario del decreto di Craxi. Si tratterebbe di un provvedimento che, sull'esempio di quello emanato contro i siti esteri di scommesse online, imponga ai gestori italiani di rete di bloccare l'accesso ai siti cinesi, o localizzati in altri Paesi extracomunitari, che permettano di scaricare le partite di calcio del campionato di serie A, quelle oggetto degli accordi sui diritti per il digitale terrestre e per il satellitare di Sky, che hanno fruttato alle maggiori squadre italiane, dalla Juventus degli Agnelli all'Inter di Moratti e Tronchetti fino al Milan di Berlusconi, centinaia di milioni di euro. Questo decreto si renderebbe necessario dopo che un giudice ha mandato assolti, perché il fatto non costituisce reato, due ragazzi colpevoli di aver linkato questi siti.

Il decreto salverebbe due delle maggiori e più popolari industrie italiane, quella del calcio e quella della TV; si chiuderebbe così splendidamente un ventennio di storia italiana all'insegna del conflitto di interessi.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (4)

{utente anonimo}
se una cosa non si può impedire tanto vale legalizzarla. la riproduzione analogica tendenzialmente non è un reato.se si impedisce ai siti cinesi di diffondere il segnale, sarà ben dura rintracciare chi con la telecamera dalle tribune riprende la partita e via umts la invia in rete dal cellulare
18-2-2006 22:22

{Gt}
Ma è ovvio e pure giusto Leggi tutto
18-2-2006 15:32

per il momento: Scacco a Sky, il giudice dissequestra i siti pirata da La Stampa Web
17-2-2006 15:47

Gt
Ma cosa vogliono chiudere... Leggi tutto
14-2-2006 23:42

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