Dirittodautore.it replica alla lettera di Emmanuele Somma

Ieri Emmanuele Somma ci ha anticipato via email un articolo, pubblicato stamani su Punto Informatico, (http://punto-informatico.it/p.asp?i=36374) dove espone alcune sue tesi contro il diritto d'autore, a suo dire un "diritto secondario e un po' posticcio", "posticcio e contorto che tende a limitare la proprietà privata in favore di una sempre più vaga proprietà intellettuale" e assegna in "misura minima e trascurabile vantaggi agli autori".



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-06-2001]

E' su questo piano, quello teorico, che vogliamo muovere alcune critiche a queste teorie, che si fondano, a nostro parere, su una visione distorta del concetto di diritto d'autore.

E' infatti forse difficile comprendere la distinzione tra il bene materiale (corpus mechanicum), ovvero gli esemplari in cui si concretizza materialmente l'opera, e il bene immateriale (corpus mysticum), ovvero l'opera quale creazione intellettuale dell'autore, l'opera dell'ingegno, che è qualcosa di non tangibile.

Il diritto d'autore nasce proprio per proteggere questa distinzione, per proteggere il diritto dell'autore ad avere la libera disponibilità di quanto ha creato, senza che nessuno possa sottrargli in qualunque modo il frutto del proprio intelletto.

Sul piano pratico cosa significa? Significa, in sostanza, che l'autore può decidere cosa fare della propria opera: non pubblicarla e/o diffonderla, oppure concederne l'utilizzo gratuito o dietro compenso.

Se lo consideriamo in questa ottica, che è quella corretta, il tanto bistrattato diritto d'autore diventa così il padre/garante dell'Open Source: proprio perché tutelati da un diritto specifico della piena disponibilità di quanto hanno creato, gli autori possono permettere la diffusione gratuita dei propri software e del codice dei programmi!

Un altro esempio ci viene in mente ricordando Alberto Korda (Alberto Diaz Gutierrez), un fotografo che scattò una famosissima immagine di Che Guevara: ebbene, Korda non chiese mai nessuna royalty per l'utilizzo di questa fotografica, la cui diffusione è stata planetaria, anzi si oppose a utilizzi che non fossero degni sia della foto o del personaggio: proprio perché esiste una tutela basata su un diritto specifico Korda ha potuto impedire che alcune aziende potessero utilizzare la sua foto per scopi di lucro.

Esiste anche una contraddizione di fondo nelle teorie di Emmanuele Somma: prima bistratta il diritto d'autore come non necessario, ma alla fine dell'articolo inserisce una licenza d'uso ove stabilisce i criteri di riproduzione dello stesso, con tanto di simbolico ©. Su quali basi l'autore può decidere come e quando il suo articolo venga riprodotto, se non quelle del "secondario, posticcio e contorto" diritto d'autore?

Ribattiamo un'altra affermazione, sui vantaggi minimi e trascurabili per gli autori dell'esistenza di un diritto d'autore: quante ore del suo tempo ha utilizzato Emmanuele Somma per scrivere questo articolo, una, due, quattro? E se da questa sua attività intellettuale ne dovesse trarre sostentamento, come un autore "puro", non sarebbe interessato direttamente a una legislazione che lo tutelasse nello sfruttamento economico di quanto ha scritto? E questa legislazione non è quella del diritto d'autore?

Il diritto d'autore non è un diritto secondario, come afferma Emmanuele Somma, ma una delle nostre maggiori libertà del nostro tempo, per la quale gli autori hanno dovuto lottare per secoli.

E' un diritto necessario: se non esistesse, chiunque potrebbe utilizzare a suo piacimento quanto creato da qualcun altro.

Se Emmanuele Somma propone uno scenario dove l'utente finale si trova a combattere contro licenze "impossibili", noi gliene proponiamo un altro: in mancanza di una adeguata tutela, l'autore non potrebbe dedicare interamente le proprie risorse intellettuali alla creazione (di musica, di romanzi e poesie, di software, ecc. ecc.), oppure non diffonderebbe al pubblico quanto creato. Perché non ne avrebbe un ritorno economico che gli consentirebbe di sopravvivere: diciamo che dovrebbe trovarsi un altro lavoro. Con la conseguenza di un decadimento generale della qualità dell'opera, della loro diffusione, da cui logicamente deriva un disfacimento culturale che non giova a nessuno. Due scenari contrapposti ma entrambi possibili.

Se l'opera dell'ingegno è un business a livello mondiale, ciò non è colpa del diritto d'autore. Se esiste una concentrazione mondiale presso poche multinazionali dello sfruttamento economico dell'opera dell'ingegno, non è colpa del diritto d'autore.

E' proprio il diritto d'autore che invece può offrire l'alternativa: Open Source, Licenze GNU, distribuzione alternativa, Internet e quant'altro. Certamente c'è bisogno di leggi più chiare, che stiano al passo coi tempi: grazie a Internet e alle tecnologie digitali stiamo vivendo un periodo di cambiamenti sociali ed economici che stanno dando enormi scossoni a sistemi considerati fino a poco fa unici, come quello della distribuzione e della vendita. Cambia anche il modo in cui l'opera viene usufruita, distribuita, venduta.

Un'opportunità incredibile per gli autori, che possono gestire la diffusione delle proprie opere personalmente, senza "intermediari". L'autore deve essere perciò assolutamente tutelato, ma deve essere certamente tutelato anche chi acquista un esemplare dell'opera dell'ingegno, che non può essere sottoposto al giogo di licenze di utilizzo troppo complesse e tortuose.

Avv. Giovanni d'Ammassa
Presidente associazione Dirittodautore.it

Dirittodautore.it è un'associazione nata nel 2001 che intende favorire la promozione della cultura del diritto d'autore in Italia e dei suoi strumenti giuridici, nella convinzione che la più ampia circolazione possibile della conoscenza in materia porti beneficio a tutte le parti in causa: non solo editori e autori, impresari e uomini di spettacolo, avvocati e studiosi, ma chiunque.
L'associazione sarà presentata al pubblico il prossimo mese di settembre.

© Giovanni d'Ammassa - Il presente articolo può essere liberamente riprodotto in forma completa e integrale.

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