Da Intel un processore freddo e veloce

Intel annuncia la sperimentazione di nuovi processori in grado di operare a 20 GHz e di non surriscaldarsi. Dovrebbero arrivare sul mercato entro il 2006.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-10-2001]

Come sempre alla Intel si danno un gran da fare per trovare nuove soluzioni utili allo sviluppo delle frequenze di clock dei processori: dopo aver oltrepassato prima il muro dell'operatività a 1 GHz e quindi quello dei 2 GHz con i processori Pentium 4, Intel si prepara ora a correre spedita verso il salto di scala, passando dalle unità di Ghz alle decine. In questi giorni la nota casa produttrice di Cpu ha annunciato di aver perfezionato una nuova tecnologia che permetterà ai processori di operare attorno alla frequenza di 20 GHz (cioè circa 10 volte quella di un attuale processore Pentium 4).

I tecnici Intel hanno infatti messo a punto una metodologia di realizzazione delle CPU definita Bumpless Build-Up Layer che consente di ridurre il numero di strati di rame presenti nel chip e modifica l'architettura con la quale i dati vengono trasferiti dal processore alla scheda madre e viceversa. Questo comporta svariati benefici: riducendo gli strati di rame all'interno dei processori si riducono drasticamente i tempi di elaborazione dati e di passaggio delle informazioni permettendo così di elevare di un fattore 10 le attuali frequenze di clock. Inoltre, si riduce contemporaneamente anche l'energia necessaria al processore per operare, diminuendo corrispondentemente le temperature di lavoro del circuito ed evitando pericolosi surriscaldamenti. Infine, la ridisegnata architettura dei collegamenti tra Cpu e scheda madre permette una più rapida trasmissione delle informazioni all'interno del computer e contribuisce a sfruttare appieno le performance di un'unità centrale così potente.

Questa meraviglia della tecnica sarà comunque pronta per la commercializzazione non prima del 2006: Intel infatti deve ancora ultimare e collaudare le applicazioni pratiche di queste importanti scoperte. Chissà che nel frattempo, provando e riprovando, non trovino soluzioni ancora migliori.

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