Il libro elettronico sta attraversando una pericolosa inversione di tendenza, andando da quello che era il formato aperto per eccellenza (la disponibilità in formato testo ASCII o ANSI) ai formati proprietari, chiusi per definizione, anche qualora le specifiche dovessero essere note.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-11-2001]
La discussione che riguarda il libro elettronico, o meglio, la possibilità di disporre di un testo in formato digitale da poter scaricare sui nostri computer e sui nostri palmari si sta facendo ogni giorno più vivace e appassionata.
Le motivazioni di questo rinnovato interesse sono perfino troppo evidenti: avere accesso a una quantità sempre maggiore di testi e poter disporre di una biblioteca personale da trasportare comodamente su un CD ROM, anziché in pesanti tomi in formato cartaceo, è uno dei momenti di sfida raggiunto dalle procedure informatiche.
Non è il caso di esaminare qui i vantaggi che derivano dal disporre di un testo digitale. Da chi è affetto da un handicap visivo a chi fa uso dei data base testuali per interrogare intere banche dati di corpora letterari e non, la gamma di persone che possono trarre beneficio da un testo in formato elettronico, oltre che dal corrispondente oggetto fisico, è vastissima.
La tendenza che invece dovrebbe suscitare alcune preoccupazioni, a mio giudizio, è vedere come il libro elettronico stesso stia attraversando una pericolosa inversione di tendenza, andando da quello che era il formato aperto per eccellenza (la disponibilità in formato testo ASCII o ANSI) ai formati proprietari, chiusi per definizione, anche qualora le specifiche dovessero essere note.
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1 - La biblioteca digitale
2 - Il problema del diritto d'autore
3 - Il libro elettronico è sempre più chiuso
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