Eviterà che l'acqua contaminata finisca nell'Oceano Pacifico.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-06-2014]
Un grande muro di ghiaccio sotterraneo, alto 30 metri e lungo un chilometro e mezzo, per contenere le acque contaminate della centrale di Fukushima, danneggiata dal terremoto del marzo 2011 al punto da aver subito una fusione del nocciolo.
È questa la soluzione che l'Autorità giapponese per la Regolamentazione del Nucleare ha studiato per risolvere quella che considera un'emergenza particolarmente importante: evitare che le acque contaminate, usate per raffreddare la centrale, finiscano nell'Oceano.
Il muro serve a risolvere anche un ulteriore problema, sempre legato alle acque sotterranee: la centrale è infatti costruita ai piedi di una collina; ogni volta che piove l'acqua scorre dalla collina verso il mare, penetrando nel terreno e mischiandosi all'acqua contaminata usata per raffreddare i reattori.
Come impedire che ogni giorno tonnellate di acqua sotterranea si contaminino e finiscano nell'Oceano Pacifico? Realizzando - in aggiunta ai canali di "bypass" attualmente in costruzione - una barriera sotterranea che impedisca alle acque provenienti dalla collina di mischiarsi a quelle sotto la centrale.
Costruire una barriera sotterranea alta alcune decine di metri non è certo un lavoro semplice. Più facile, almeno in teoria, congelare una vasta porzione di terreno e far sì che sia questa a fungere da barriera.
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Così, a partire dal prossimo mese, la TEPCO - l'azienda responsabile dell'impianto - inizierà a scavare tutto intorno all'area della centrale dei pozzi verticali, posti a circa un metro di distanza l'uno dell'altro e profondi tra i 20 e i 40 metri.
In questi pozzi verrà in seguito fatto scorrere del liquido refrigerante, che congelerà il terreno realizzando di fatto un muro di permafrost il quale isolerà la zona sotterranea degli edifici contaminati, tenendo alla larga l'acqua che scorre dalla collina verso l'oceano.
Questa soluzione è già stata adoperata in passato, ma mai su un progetto di dimensioni così colossali.
Un tecnico, rimasto anonimo, ha spiegato che nonostante alcune preoccupazioni il progetto è stato considerato fattibile, sebbene ci si renda conto che alcune parti del lavoro dovranno probabilmente essere riviste in corso d'opera, dopo aver valutato gli effetti sugli edifici.
«Avevamo delle preoccupazioni» - ha spiegato il tecnico - «come la possibilità che parte del terreno possa affondare. Ma non ci sono state obiezioni significative durante le riunioni, e abbiamo concluso che TEPCO può procedere».
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