2 Gbyte di cablogrammi pubblicati in forma integrale. Assange punta il dito contro il Guardian, ma il quotidiano non ci sta.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-09-2011]
Sono ormai passati alcuni giorni da quando i media non specializzati hanno scoperto che nei circuiti peer to peer si trova un archivio, grande un paio di gigabyte, contenente tutti i cablogrammi raccolti da Wikileaks e in parte pubblicati.
Tale archivio, in realtà in circolazione da diversi mesi, è potenzialmente pericolosissimo: contiene infatti i documenti nel formato originale e integrale, senza gli interventi di editing che Wikileaks fa prima di rendere noto il contenuto per proteggere le persone citate.
Fortunatamente, è crittografato e protetto da una password. Sfortunatamente, tale password è di dominio pubblico, essendo stata pubblicata nello scorso febbraio in un libro edito dal quotidiano britannico The Guardian, dal titolo WikiLeaks: Inside Julian Assange's War on Secrecy.
Il Guardian infatti ammette la sua pubblicazione all'interno del libro - né potrebbe smentirla, dato che chiunque potrebbe contraddirlo - ma sostiene che Wikileaks, consegnandola, gli aveva assicurato che tale password avrebbe permesso l'accesso a una versione dell'archivio che sarebbe stata su un server solo per poche ore, e poi sarebbe stata eliminata.
Per Assange, invece, la colpa è esclusivamente del Guardian, che irresponsabilmente avrebbe diffuso un'informazione in grado di mettere in pericolo diverse persone.
Il quotidiano si difende sostenendo che sono state proprio le preoccupazioni circa la sicurezza che l'hanno spinto a interrompere la collaborazione con Wikileaks il 23 dicembre 2010. Inoltre durante l'incontro con il direttore del Guardian, avvenuto lo scorso 4 agosto, Assange non avrebbe fatto parola né della sottrazione dell'archivio né del problema della password pubblicata in febbraio, e anzi avrebbe proposto future collaborazioni.
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