Considerati lo scarso successo e i costi elevati, per l'AD di FIAT e Chrysler non vale la pena produrre auto elettriche su larga scala.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-04-2013]
«Masochismo industriale»: così Sergio Marchionne, amministratore delegato dei gruppi FIAT e Chrysler, ha definito la produzione di auto elettriche su larga scala parlando all'incontro annuale della Society of Automotive Engineers, tenutosi a Detroit (USA).
Il motivo è semplice: in California, per ogni 500 elettrica prodotta, Chrysler perde 10.000 dollari; da questo punto di vista, avviare una produzione industriale avrebbe in effetti tutta l'aria di un suicidio economico.
A questo punto ci si potrebbe chiedere perché mai, se le 500 elettriche sono prodotte in perdita, Chrysler continui a sfornarle. La risposta è: perché è obbligata.
Le leggi della California prevedono infatti che ogni costruttore debba fornire dei veicoli elettrici; e, essendo lo Stato americano un mercato molto importante, la controllata di FIAT non può fare altro che accettare di pagare il prezzo della propria presenza.
Le previsioni di vendita restano comunque basse: Marchionne ritiene che se ne venderanno appena poche centinaia; le previsioni dell'AD sono confortate dai dati, secondo i quali nonostante gli incentivi governativi le auto elettriche o ibride ammontano a meno dell'1% dell'intero mercato automobilistico californiano.
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«Un anno fa l'idrogeno era la prossima grande novità, ora lo sono le auto elettriche. Le autorità dovrebbero essere neutrali rispetto alle tecnologie, non possiamo prevedere ogni scenario possibile» ha commentato Marchionne, chiudendo questa parte del proprio intervento.
Dopotutto - ha ribadito l'amministratore delegato di FIAT - l'azienda «è riconosciuta come il produttore europeo con la miglior performance ambientale», e Chrysler è stata la prima negli USA a produrre pick-up a metano.
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