Google starebbe favorendo i link sponsorizzati a discapito dei siti che hanno ottenuto un buon posizionamento tramite le tecniche tradizionali. Analizziamo la situazione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-06-2013]
L’operazione di ottimizzazione del posizionamento dei siti web nei motori di ricerca viene comunemente definita SEO, acronimo di Search Engine Optimization.
Si tratta di un "segmento" del marketing online che, con apposite modifiche al sito stesso e operazioni effettuate in Rete, dovrebbe permettere di migliorare la posizione del proprio sito all'interno dei risultati restituiti dai motori di ricerca, fino a far scalare le prime pagine.
Negli ultimi mesi, e in particolare con gli aggiornamenti Panda e Penguin apportati agli algoritmi di Google per combattere il fenomeno dello spam, molti webmaster ed esperti di SEO hanno iniziato a lamentarsi ritenendo di essere stati colpiti e penalizzati senza alcun motivo apparente.
Affermano infatti di non aver violato le linee guida indicate ai webmaster, eppure sostengono che i siti da loro gestiti ora si trovano in posizioni peggiori rispetto a quelle che avevano prima degli aggiornamenti dell'algoritmo.
Per fare chiarezza sulla questione dobbiamo provare a capire che cosa intenda Google quando parla di operazione di SEO che è possibile effettuare, e per farlo possiamo analizzare il contenuto delle già citate linee guida.
In esse si possono rilevare alcune indicazioni:
1. Si fa riferimento più volte all'importanza che rivestono i contenuti del sito.
2. Si invita a pensare di realizzare le pagine per gli utenti e non per i motori.
3. Si ricorda di evitare i trucchi per aumentare il ranking (scambio e acquisto links, testo nascosto, cloaking e via di seguito), poiché gli aggiornamenti dell'algoritmo penalizzano chi ne fa uso.
Sostanzialmente il motore di ricerca chiede di impegnarsi soprattutto nel fornire contenuti originali agli utenti, senza cercare altre strade.
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Considerando i fattori sopra citati e le modifiche effettuate da Google - come il passaggio da 10 a 7 nel numero dei domini visualizzati nei risultati di ricerca per alcuni settori importanti - e soprattutto i continui cambiamenti apportati alla pagina per dare maggiore spazio agli annunci pubblicitari, si evince come diventi sempre più difficile rendere visibile agli utenti il proprio sito utilizzando tecniche non scorrette.
È nato così in molti esperti del settore il sospetto che Google stia inserendo tutte queste novità con il fine di favorire i siti che adoperano la piattaforma a pagamento AdWords, e che poi appaiono tra i link sponsorizzati.
Un altro indizio, fresco di questi giorni, dà ulteriore peso alla "tesi del sospetto": alcuni utenti della versione internazionale del motore, digitando il nome di una nota località (la città australiana di Sydney), hanno visto comparire insieme agli annunci a pagamento alcune foto della località stessa nella parte alta della pagina.
Tale modifica, ancora in beta e visibile a pochi, fa scivolare automaticamente in basso i siti posizionati con le tecniche di SEO, rendendo di conseguenza più visibili (poiché posti più in alto) e più "cliccabili" gli annunci a pagamento.
Del resto Google opera (quasi) in monopolio: la domanda che ora ci poniamo è se riuscirà nel proprio intento di accumulare sempre più introiti e scoraggiare le aziende ad investire nella SEO.
D'altra parte - come ritengono molti attori di questo settore - il continuo cambiamento per aumentare la visibilità della piattaforma a pagamento potrebbe alla fine provocare una ritorsione che danneggerà proprio Google, dato che gli annunci sono spesso fastidiosi e invadenti.
Non resta che attendere per vedere quale di questi due scenari si realizzerà.
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