Manca il tempo e le energie: così i figli fanno quello che vogliono mentre i genitori si beano nell'ignoranza.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-06-2013]
Nonostante Eric Schmidt ritenga che i genitori debbano innanzitutto pensare alla sicurezza online dei propri figli, venendo a conoscenza di tutto ciò che questi ultimi fanno online, pare che la maggioranza si limiti invece a sperare che non capiti nulla di brutto.
È questo uno dei risultati di un sondaggio condotto da McAfee e significativamente intitolato Digital Deceptions, ossia Inganni online.
Il 70% dei ragazzi, infatti, afferma di riuscire a nascondere «con successo» i propri comportamenti online ai propri genitori, il che spiega perché più del 50% dei ragazzi tra i 10 e i 17 anni possano affermare di aver impunemente postato commenti o immagini «rischiosi» onlne.
Se gli adolescenti riescono a farla franca è soprattutto perché il 74% dei genitori afferma candidamente di non avere il tempo o le energie di seguire i figli, e pertanto si limita a «sperare che vada tutto bene».
Per sentirsi un po' in pace con la coscienza, il 39% dei genitori adotta software di parental control: una misura inutile, dato che il 92% dei ragazzi afferma di conoscere le password dei propri genitori (e il 60% di questi è convinto che i figli non la sappiano).
Bambini e social network | ||
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Così l'85% dei preadolescenti tra i 10 e i 12 anni può avere un profilo Facebook (mentre l'età minima è di 13 anni) senza che i genitori se ne lamentino o preoccupino semplicemente perché non lo sanno e si fidano delle "misure di sicurezza digitali" imposte.
L'impressione generale che emerge dal sondaggio è che i genitori non abbiano la minima idea di quel i figli fanno o possono fare quando si trovano davanti al PC. Tanto per fare un esempio: il 57% dei ragazzi tra i 13 e i 23 anni afferma di setacciare il web alla ricerca di contenuti di natura sessuale, ma soltanto il 13% dei genitori crede che i figli lo facciano.
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