Adobe, la strategia per convertire i pirati

Se non li puoi battere, portali dalla tua parte abbassando le pretese.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-07-2013]

adobe pirateria creative cloud

Combattere i pirati è inutile: sono anni che ci si prova senza risultato. Serve una strategia nuova, qualcosa che li trasformi da malfattori in clienti paganti.

È questa, in estrema sintesi, la rivoluzione annunciata dal responsabile delle politiche antipirateria di Adobe Richard Atkinson in occasione dell'Anti-Piracy and Content Protection Summit.

«Tutti sono stanchi dell'intero concetto di "Antipirateria", non ne possono più del termine stesso... e anche del termine "Protezione dei Contenuti"» ha spiegato Atkinson. «Sembra una guerra infinita che va avanti da più di vent'anni, con le stesse battaglie di buoni contro cattivi».

Il problema, secondo Adobe, è in parte creato dal business, e lo stesso business possiede la chiave per risolverlo, a partire dalla necessità di capire le vere esigenze degli utenti.

«L'aspetto fondamentale non è necessariamente la tecnologia... è capire che costa sta davvero succedendo. Nei miei anni di lavoro qui ho constatato più e più volte che pochissime persone davvero conoscono i fatti» ha continuato Atkinson. «Ma una volta che si conoscono i fatti, allora cambia ciò che credi e cambiano le azioni che intraprendi».

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È questa la motivazione alla base della decisione di passare dalle vendite di software boxed a un modello basato sulla fornitura di software via Internet (ma comunque da scaricare e installare in locale) e in abbonamento, con il famoso cambio di licenze annunciato a maggio che tanto ha preoccupato molti utenti, al punto da spingerli a riconsiderare le alternative.

Adobe spiega di aver cercato un modo per rendere più abbordabili i propri prodotti dal punto di vista economico, dilazionando i pagamenti grazie alla formula dell'abbonamento: in questo modo, chi non poteva spendere alcune migliaia di euro tutte insieme e perciò si dava alla pirateria forse ora prenderà in considerazione un esborso dilazionato nel tempo.

«Non credo» - aveva già illustrato David Wadhwani, dirigente di Adobe, al tempo del lancio di Creative Cloud - «che la gente che pirata il nostro software lo faccia perché è cattiva, o perché le piace rubare. Credo semplicemente che decida di non poterselo permettere».

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 14)


Infatti la pirateria ed il furto sono due reati completamente diversi, che hanno nomi diversi e si verificano in situazioni diverse. Leggi tutto
8-7-2013 18:31

Quoto! Francamente è la prima opzione che viene in mente se si vuole veramente agevolare l'acquisto di licenze molto costose, l'abbonamento ad libitum mi sembra piuttosto un modo per spillar quattrini in eterno agli utilizzatori... :roll: Leggi tutto
7-7-2013 13:50

@delfo Beninteso che anche quello free bisogna pagarlo con una donazione! Nota: Le donazioni sono scalabili dalle tasse! Ma almeno date qualche soldino per sfamarsi il povero programmatore... Ciao
5-7-2013 12:04

Vabbè, non facciamo tante ipocrisie però ! il 99% degli utenti contrari alle soluzioni cloud lo è perchè di 100 licenze che usa in azienda ne ha pagate 10 (quando va bene) e ne ha piratate 90. Sempre per la solita filosofia che il software essendo "soft" e non "hard" non lo si deve pagare in quanto i programmatori... Leggi tutto
5-7-2013 11:49

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