Non serve un tablet per ciechi

E' una soluzione che viene venduta come ausilio ma in realtà risulta più ghettizzante di altre.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-02-2014]

touchscreen braille writer

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Braille Sense U2 Mini, il tablet per non vedenti

Riceviamo e pubblichiamo quanto ci scrive una nostra lettrice non vedente a proposito di un articolo pubblicato qualche giorno fa. Ecco le sue riflessioni, che condividiamo volentieri con voi.

Gent.ma redazione di Zeus News,

sono una vostra lettrice non vedente, vi leggo da anni... E, come vi sto dimostrando scrivendovi attraverso Facebook, non ho bisogno di questi presunti "tablet per ciechi", che tablet non sono: vengono definiti dai media come prodotti "all'avanguardia" ma poi all'avanguardia non sono.

Il Braille Sense U2 Mini non è un tablet. E' un microcomputer tascabile con display braille, un notetaker avanzato, Pocket Pc, chiamatelo come volete: ma non tablet!

Infatti, per definizione, al giorno d'oggi per tablet si intende una macchina molto più complessa di queste, con possibilità anche di personalizzazione, ovvero scaricare applicazioni, acquisto di contenuti multimediali e libri; molti sistemi operativi ne prevedono la personalizzazione anche nell'estetica con sfondi e temi, e il 99% di questi apparecchi attualmente sono tutti caratterizzati da uno schermo che, oltre a una periferica di output, è pure di input. Touch screen.

Ecco: nel caso specifico, la definizione di tablet non ci sta.

I media sostengono che questo apparecchio fa fare ai ciechi quello che fanno i vedenti "con un iPhone e un iPad". Beh, mica è vero, infatti noi non vedenti siamo perfettamente in grado di utilizzare, tramite il loro touch screen, proprio questi dispositivi: iPhone e iPad, grazie al sistema Voiceover (Impostazioni - Generali - Accessibilità - Voiceover) introdotto da Apple all'interno del sistema; volendo ci possiamo collegare anche dei display Braille via Bluetooth, certamente che sì; pure a meno soldi di quanti ne costi questo presunto oggetto insostituibile.

Perché un cieco dovrebbe comperarsi, a spese del sistema sanitario nazionale, per 2700 euro, un dispositivo che fa il 10% di quel che fa un iPad, e rimanere comunque limitato, dato che questi dispositivi hanno una probabilità altissima di obsolescenza?

Volendo ti puoi comprare un iPad Mini Wi-fi - se non hai bisogno di connessione cellulare - o un iPad Mini 3g, di tasca tua, comunque con le agevolazioni fiscali: Iva al 4% e possibilità di scaricarlo dal 730.

In più una barretta Braille da 12 o 18 caratteri tipo la Braille Pen o la Seika Mini (chiamata anche Luce Braille) che si aggirano tra i 950 e i mille euro, a carico totale del sistema sanitario poi andrebbero solo i soldi del display.

Io mi son presa un display da 1.890 euro con l'ASL: questo mi fa da display Braille per il computer e anche, volendo, da display Bluetooth per l'iPad se volessi. Non ha la tastiera ma con 80 euro mi son comprata una bella Logitech Bluetooth a energia solare che si collega, tra le altre cose, a tre dispositivi in contemporanea, premendo un tasto per passare da uno all'altro.

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Vedete, è proprio il concetto che è sbagliato: "tablet per ciechi". Una soluzione che viene venduta come aiuto ma in realtà risulta più ghettizzante di prima.

Difatti, per esempio si collega a Twitter come social network, a Dropbox come servizio cloud, legge i libri ePub, però Facebook non lo contempla; non si collega a servizi di instant messaging quali WhatsApp, Line, WeChat, Chad2Win, Telegram e compagnia bella; ha la sua "Sense chat" che poi è una chat fatta apposta per utenti Braille Sense "che bello troviamoci tra di noi", con il risultato che si è più isolati di prima.

Non puoi per esempio acquistare i libri dal Kindle Store di Amazon e leggerteli in tempo reale come invece fai con l'iPad, dal quale basta che ti colleghi al sito, fai l'acquisto e poi te li ritrovi sull'app Kindle.

Windows CE, il sistema operativo contenuto nel Sense Mini, è un sistema vecchiotto: è vero che il firmware sarà aggiornabile ma comunque le pagine web complesse come quelle dei social - tipo facebook - o dei negozi di libri on line non sono così comode per gli screen reader per Pc, Mac e tablet normali, ma almeno con quelli te la cavi. Figurarsi se ci si riesce a usarle con un prodotto dedicato.

Poi c'è anche da tener conto di un altro aspetto che nessuno considera: io il mio iPad di terza generazione se voglio lo posso vendere anche a un vedente, quando decido di comprarmene un altro. Se non ho soldi per farmi tutta la spesa in un colpo solo, posso decidere di prendermi l'iPad o l'iPhone col mio operatore telefonico e poi configurarmelo come mi pare.

Invece, con affari come questi, si è costretti per forza a buttar via i soldi di tasca propria o, peggio, a sfruttare il servizio sanitario nazionale, quindi, ricordiamocelo, soldi di tutti quanti noi che paghiamo le tasse, per cosa? Per un prodotto che ci hanno fatto credere fosse una cosa invece è un'altra.

Vi invito a leggere riflessioni anche di altri utenti.

Stando che ci sono soluzioni mainstream che vanno bene anche per i ciechi, mi sento di dirvi che scrivendo questo articolo siete caduti nella trappola del marketing più spinto, quello capace di vendere ghiaccio agli esquimesi.

Il Braille Sense Mini ha un suo perché: per esempio se una persona ha problemi di udito e di vista gravi insieme, fa molta più fatica e talvolta è impossibilitata a utilizzare un iPad, per esempio; allora il Braille Sense Mini può essere un valido aiuto... ma sempre non come tablet! Non si può definire così. E' un notetaker con funzioni Internet e stop.

Un tablet per ciechi sarebbe come... mi si passi il termine di paragone assurdo, un paio di calzini per gay. Un paio di calzini normali di cotone che costano una fortuna solo perché hanno il logo di una qualsivoglia associazione di omosessuali. Perché un gay dovrebbe comperarsi i calzini per gay? Quale sarebbe il motivo razionale? Nessuno.

E allora perché noi ciechi non possiamo utilizzare le tecnologie mainstream, dato che le aziende (Apple è la migliore nel campo) inseriscono nei loro prodotti delle soluzioni idonee alla disabilità visiva?

Elena Brescacin

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Commenti all'articolo (4)

Salve, sono io la persona che ha scritto quel post Qui non è questione di essere persone coraggiose o addirittura "donne coraggiose"; non vivo in un paese in cui rischio di esser lapidata se ho un profilo fb (che poi non era vera nemmeno quella notizia là in quanto i fotogrammi erano stati tratti da un film, mettendo in... Leggi tutto
28-2-2014 12:58

Un articolo davvero ben fatto: c'è sempre da imparare da chi, le cose le vive in prima persona.
28-2-2014 11:54

Grandissima Elena!!!!! Se in Italia ci fossero più persone come te, sarebbe un paese migliore
28-2-2014 07:19

Bene! Una persona coraggiosa, informata oltreché colta, e con le idee chiare. Che non si piange addosso, non vuole di proposito usare mediocri eufemismi del tipo "non vedente" o "diversamente abile" in un mondo abitato per lo più da ignoranti e "minus habens" sul piano intellettivo. Carissima Elena, non ti... Leggi tutto
27-2-2014 12:37

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