AirProbe e WideNoise rilevano l'inquinamento dell'aria e quello acustico.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-08-2014]
Quanto sono inquinate le nostre città? Quali sono le percentuali dei componenti più pericolosi, come l'ozono, il biossido di carbonio, il monossido di carbonio e il nero di carbonio?
Per rispondere a queste domande l'Unione Europea ha ideato il progetto EveryAware e, all'interno di questo l'app AirProbe.
Questa è un software per Android che raccoglie e visualizza i dati ricevuti da una sensor box, la "scatola" contenente i sensori cui essa si collega via Bluetooth.
Con la collaborazione di oltre 300 persone, il progetto EveryAware ha già fornito una prima applicazione pratica di AirProbe: ha sguinzagliato i volontari in quattro città - Torino, Londra, Kassel e Anversa - nelle quali sono stati raccolti i valori che descrivono la qualità dell'aria in diverse zone.
AirProbe sta tranquillamente in uno zainetto ed è quindi facilmente trasportabile; i dati, dopo essere giunti al telefonino con l'app, vengono inviati a un server che li raccoglie tutti e li mette a disposizione.
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Il primo test ha permesso di raccogliere i dati in oltre 28 milioni di punti, scoprendo che in certi casi persino le vie più trafficate hanno una qualità dell'aria superiore a quella percepita.
Accanto a AirProbe, EveryAware ha sviluppato anche un'altra applicazione: si chiama WideNoise e il suo scopo è misurare l'inquinamento acustico.
Disponibile sia per iPhone che per Android, WideNoise viene già adoperata da oltre 10.000 persone e ha trovato un'applicazione pratica grazie alle misurazioni condotte intorno all'aeroporto di Heathrow, fornendo dati sul rumore che sono stati valutati all'interno del progetto per l'ampliamento dell'aeroporto stesso.
I dati raccolti da entrambe le applicazioni sono disponibili a chiunque, secondo la filosofia "aperta" che guida l'intero progetto, ma gli obiettivi non si fermano qui.
È già allo studio una scatola di sensori di dimensioni ridotte per AirProbe; l'idea è riuscire a produrla in serie e adoperarla non solo per ampliare la raccolta dati, coinvolgendo un maggior numero di persone, ma anche per «sensibilizzare i cittadini sui loro diritti e fornire loro strumenti semplici ma precisi per misurare la qualità dell'aria e i livelli di rumore» come spiega Vittorio Loreto, coordinatore del progetto.
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