Per sette mesi i partner aziendali hanno potuto accedere a nomi utente, indirizzi e password.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-12-2020]
Sin dallo scorso 9 aprile, e fino al 12 novembre, nei sistemi di Spotify è stato presente un bug che ha reso visibili i dati personali di un numero imprecisato di utenti «a certi partner aziendali di Spotify».
A rivelarlo è stata Spotify stessa, che ha reso pubblico il problema con una notifica ufficiale diretta al procuratore generale della California, senza specificare però quale sia stata la falla che ha messo a rischio i dati.
Tra questi ci sono «indirizzi email, il nome utente preferito, la password, il genere, e la data di nascita»; Spotify precisa però di aver chiesto ai propri partner di assicurarsi che «le informazioni che possano essere state inavvertitamente rivelate siano state cancellate».
La prudenza però non è mai troppa, e per questo motivo Spotify ha deciso di azzerare le password degli account coinvolti; non è dato sapere quanti essi siano, ma un portavoce della società ha spiegato che si tratta di «una piccola porzione» degli utenti totali, che ammontano a oltre 320 milioni.
Non è peraltro un buon periodo per la sicurezza degli account di Spotify. Appena lo scorso mese circa 300.000 password sono state scoperte in un database pubblicamente accessibile, costringendo già allora l'azienda all'azzeramento delle password compromesse.
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