La metà del software in uso sui computer italiani è copiato illegalmente o piratato.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-05-2005]
La notizia viene da un'indagine promossa da Business Software Alliance (BSA), l'alleanza dei produttori di software proprietario, che ha evidenziato come il nostro Paese, assieme alla Danimarca, abbia visto una crescita del fenomeno, mentre nel resto d'Europa la percentuale è scesa in media dal 37 al 35%.
Questa "performance" ha fatto sì che nel 2004 l'Italia, salendo dal 49 al 50%, si sia piazzata stabilmente al secondo posto nella classifica europea dei programmi illegali, alle spalle della Grecia.
L'impegno per combattere il fenomeno comunque non è mancato, né da parte delle forze dell'ordine, né a livello istituzionale, come dimostrano le leggi in materia e lo spot televisivo con Giorgio Faletti. "Le perdite connesse alla pirateria informatica danneggiano non solo le aziende che sviluppano software, come le grandi multinazionali" sottolinea Francesca Giudice di BSA Italia "ma anche l'ecosistema di oltre 35.000 aziende che nel nostro Paese costituiscono la 'catena della fornitura' e, in tale ruolo, rivendono prodotti software ed offrono servizi di supporto quali l'assistenza tecnica, la consulenza e la formazione".
In un'ottica mondiale comunque sono ben altri i capofila: basti considerare che in paesi come Cina, Zimbabwe, Vietnam e Ucraina, la percentuale di programmi illegali sfiora il 90% del totale.
Per fare fronte a questo fenomeno occorre, sempre secondo Francesca Giudice, cambiare la percezione diffusa che la pirateria informatica sia un reato di modesta gravità; e magari, aggiungiamo noi, abbassare i prezzi del software legale.
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