Pirate Bay e l'attacco DDo$

Sta per Distributed Deny of Dollars e ha come missione l'intasamento con micropagamenti del conto bancario dell'avvocato dell'Ifpi.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-05-2009]

Avvocato Ifpi Danowsky DDo$ The Pirate Bay Avgit

Per la seconda volta, la vicenda giuridica che contrappone The Pirate Bay e le major musicali e cinematografiche vede l'intervento di personaggi al di fuori delle aule di tribunale: la prima volta si trattava di un attacco al sito dell'Ifpi, ora è un attacco al conto in banca di uno degli avvocati dell'Ifpi.

Nessuno sta però cercando di svuotare il conto dell'avvocato Peter Danowsky, che ha rappresentato la Federazione Internazionale dell'Industria Fonografica al processo, come si potrebbe credere: anzi, l'idea è di riempirlo di micropagamenti.

Il progetto nasce dal misterioso webmaster (Whois restituisce solo lo pseudonimo svarth3024-00001) del sito Internetavgift: se non macinate lo svedese, potete farvi un'idea leggendo la pagina in italiano fornita dal traduttore automatico Google.

Il tutto si ispira agli attacchi informatici DDoS (Distributed Denial of Service, Negazione Distribuita di Servizio): questi attacchi hanno come obiettivo il sovraccarico di un web server tramite richieste multiple provenienti da molti computer.

L'idea di Internetavgit è un DDo$, un Distributed Denial of Dollars (Negazione Distribuita di Dollari): in pratica i visitatori del sito sono invitati a depositare ciascuno una corona svedese (circa 9 centesimi di euro) sul conto dello studio legale dell'avvocato Danowsky presso la banca Nordea, creando un'ondata di micropagamenti.

Perché mai ciò dovrebbe impensierire Danowsky? Per due ragioni: innanzitutto perché le regole della banca prevedono che si possano riceve gratuitamente fino a 1.000 pagamenti all'anno mentre, per ogni pagamento ulteriore ricevuto, sia necessario sborsare 1,70 corone (circa 15 centesimi di euro).

In secondo luogo, ogni transazione deve essere per legge registrata nei libri contabili dello studio legale: migliaia di versamenti comporterebbero una gran quantità di lavoro.

C'è poi un possibile terzo motivo: secondo la legge svedese - stando a quanto sostiene internetavgit.se - chi inoltra un pagamento per errore può chiederne e ottenerne l'immediata restituzione: i partecipanti all'attacco DDo$ potrebbero quindi imboccare questa strada, rientrando in possesso della loro corona e moltiplicando ulteriormente il lavoro per lo studio di Danowsky.

L'avvocato è convinto che lo scopo di tutto ciò sia unicamente dargli fastidio, e probabilmente ha ragione; non ha tuttavia alcuna intenzione di lasciar stare e anzi ha già annunciato di essere in possesso dei nomi di chi ha fatto i primi depositi. "Non abbiamo intenzione di intraprendere alcuna azione" - ha poi detto - "ma una denuncia alla polizia... è possibile".

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 8)

{utente anonimo}
Inoltre, tutte le banche si pagano... Leggi tutto
17-5-2009 23:04

{utente anonimo}
colpire uno a uno i membri di ipfi Leggi tutto
17-5-2009 17:28

Io invece la trovo una provocazione stupenda! :lol: È ovvio che si tratta di una provocazione, però la fantasia e la genialità del popolo svedese mi affascina sempre. L'idea è originale (usare un attacco hacker nella vita reale). Non penso sia stato già fatto prima. Ed anche legale, penso. Non so quale reato uno faccia, se invia... Leggi tutto
15-5-2009 18:30

Più che un film una telenovela, beautypeer :twisted: Leggi tutto
15-5-2009 10:45

the pirate ebay Leggi tutto
14-5-2009 23:07

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