Lo spot di Microsoft si ritorce contro l'azienda: è segno che il rivale è ormai temibile.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-10-2010]
Indubbiamente Windows 7 è un bel sistema operativo e la suite Office è quanto di meglio si possa desiderare nel suo ambito specifico; peccato che tutti e due i software siano estremamente cari.
Altrettanto incontrovertibile è il fatto che Linux, uno dei maggiori sistemi operativi licenziati gratuitamente e reperibili in Rete, e la suite di ufficio altrettanto gratuita Open Office hanno raggiunto oggi un punto di maturazione tale da potersi tranquillamente installare agevolmente su qualsiasi computer senza far rimpiangere in nulla o quasi le realizzazioni commerciali che Microsoft in particolare mantiene a caro prezzo sul mercato.
Open Office ormai viene scaricato quotidianamente da oltre 100 mila utenti; quanto a Linux, nelle sua varie personalizzazioni è in grado di gestire anche i server di maggiori dimensioni.
Successi come questi hanno infastidito non poco i responsabili commerciali di "Big M", che all'inizio dell'anno decisero di dotarsi di un'apposita task force per contrastare la concorrenza del software libero denominata CSI (Commercial Software Initiative).
La task force ha iniziato ad agire influenzando i media, i professionisti informatici, i responsabili governativi a vari livelli e via di seguito, non esclusi i tentativi giudiziari di intimidazione.
Dopo circa nove di mesi di lavoro, cioè nel rispetto dei tempi biblici che occorrono a Redmond per la produzione di un qualsiasi software, la montagna ha partorito il topo: e cioè un breve video di appena tre minuti, che riportiamo qui sotto, in cui la multinazionale americana riversa tutti i luoghi comuni sinora invano accumulati contro l'open source in generale e OpenOffice in particolare.
Il florilegio inizia (ovviamente) dal portafogli: "Si vuole economizzare con Linux e OpenOffice, ma i costi di supporto sono esagerati", "i costi di formazione e supporto sono nettamente superiori per OpenOffice", "in caso di malfunzionamenti chi farà le riparazioni?" e così via, per terminare con la svalutazione del software e di quanti lo usano: "le macro non sono supportate", "gli impiegati non riescono ad aprire i documenti", "a lavorare con OpenOffice si impiega fino a dieci volte più tempo".
Non c'è che dire: il reclutamento degli addetti alla lotta per questo particolare tipo di concorrenza in casa Microsoft ha dato i soliti frutti; sembra tuttavia alquanto azzardato il fatto che abbiano deciso di esporre il neonato al giudizio degli utenti, sia pure dopo una lunga e certo non facile gestazione.
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