Nato come clone libero di MS-DOS per eseguirne tutte le applicazioni, ha superato il progenitore e ha una fedele schiera di fan.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-02-2013]
Fa uno strano effetto pensare che le generazioni più recenti di persone che si sono avvicinate ai computer e all'informatica non sappia che cosa significhi trovarsi davanti al muto prompt C:\>.
Si tratta di un retaggio dell'era del MS-DOS, il sistema operativo di Microsoft la cui sorte fu segnata - almeno nominalmente, in realtà sopravvisse ancora un po' - con il debutto di Windows 95.
Si potrebbe pensare che ormai, a diciott'anni dall'uscita di Windows 95, nessuno più abbia interesse a mantenere in vita qualcosa di così vetusto come il vecchio DOS; ma ci si sbaglierebbe.
Quando Microsoft prima lasciò intendere e poi annunciò ufficialmente (nel giugno del 1994) che MS-DOS non avrebbe avuto alcun futuro nell'era di Windows, Jim Hall e alcuni altri decisero di lanciare via Internet un progetto per riscrivere un sostituto del DOS.
«Nel 1994» - spiega Hall - «usavamo MS-DOS e Windows 3.1 e, sebbene Windows 3.1 facesse delle cose carine, non era poi così fantastico. Mi piaceva lavorare con MS-DOS e non mi piaceva l'idea di essere costretto a passare a Windows».
Venuto a conoscenza del progetto Linux di Linus Torvalds, il cui sviluppo era iniziato pochi anni prima tramite una collaborazione via Internet, Hall decise di seguire lo stesso principio per creare un DOS di pubblico dominio (e infatti il primo nome di quello che diventerà FreeDOS sarà PD-DOS, dove PD sta per public domain).
Ci vollero parecchi anni prima di arrivare alla versione 1.0 (rilasciata nel 2006 e seguita nel gennaio del 2012 dalla versione 1.1) ma oggi FreeDOS è una realtà che riceve la propria dose di attenzione.
Nonostante Hall stesso ammetta che il numero degli sviluppatori è calato rispetto a 10 anni fa, la comunità che ruota intorno al progetto è attiva ed entusiasta, e alcune aziende hanno scelto FreeDOS come sistema operativo gratuito da preinstallare sui propri PC per chi non vuole acquistare una licenza di Windows (basti fare i nomi di HP e Dell).
Allo stato attuale, infatti, FreeDOS è perfettamente utilizzabile e permette non solo di avviare un computer, ma di eseguire pressoché tutti i programmi scritti per MS-DOS negli anni '80 e '90, oltre ai software esplicitamente progettati per questo sistema.
FreeDOS è tuttora adoperato in alcuni ambienti in cui è richiesto un sistema leggero e minimale per far girare software che, per quanto vecchi, sono perfettamente testati e funzionanti.
Inoltre, questo clone di MS-DOS continua ad arricchirsi di nuove funzioni e ha già superato alcuni limiti dell'originale: per esempio supporta nativamente il filesystem FAT32, supporta CD-ROM e reti e il suo creatore già guarda alla versione 2.0 e addirittura alla 3.0, introducendo multitasking e supporto espanso ai driver.
In altre parole, FreeDOS vuole essere ciò che MS-DOS sarebbe stato se Microsoft non avesse deciso di passare a Windows; e inoltre mantiene - e manterrà sempre, poiché è la sua caratteristica peculiare - la compatibilità con le vecchie applicazioni.
Dopotutto, una delle pietre miliari di cui Hall va ancora oggi più orgoglioso è l'essere riusciti a far girare Doom sotto FreeDOS.
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