Secondo Forbes l'azienda di Cupertino sarebbe pronta a dare il benservito a Tim Cook, nella speranza che tornino i giorni di gloria.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-04-2013]
C'è una voce che rimbalza tra le maggiori testate che si occupano di economia: Apple starebbe cercando qualcuno per rimpiazzare Tim Cook.
Cook era stato indicato come successore dallo stesso Steve Jobs nel momento in cui questi aveva dovuto dimettersi dall'incarico di amministratore delegato per l'avanzare della malattia.
Tutti - a partire da Cook stesso - sapevano che gli mancava il carisma del fondatore, ma gli attestati di stima circa la sua capacità di guidare Apple anche in assenza di Jobs erano unanimi.
Il problema, però, è che da allora Apple non ha più presentato un prodotto veramente rivoluzionario; anzi, ha persino introdotto alcuni dispositivi - come l'iPad Mini - che esplicitamente erano stati giudicati «non necessari» da Steve Jobs.
le mappe di iOS 6), alla concorrenza sempre più agguerrita nel mercato degli smartphone e all'inevitabile e continuo confronto con Steve Jobs hanno portato Apple a vedere il valore delle proprie azioni scendere sino a 390 dollari dai giorni di gloria in cui valevano oltre 700 dollari l'una.
Nonostante Tim Cook sia comunque riuscito a continuare a nutrire il flusso di liquidità - portando nelle casse di Apple 137 miliardi di dollari - si sente la mancanza di quell'"effetto di meraviglia" che automaticamente viene associato all'epoca Jobs; di qui, con ogni probabilità, le voci.
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Forbes è convinta che in Apple ormai si ritengano i tempi maturi per un cambio di timoniere, e cita a proprio sostegno voci provenienti da Wall Street; tuttavia, è la rivista stessa a etichettarle, alla fine, come improbabili.
Alla fine, insomma, alla base di tutto sembra esserci la nostalgia per il decennio di innovazioni a ritmo quasi continuo partito con il lancio del primo iPod; a meno che non sia tutto frutto - come ipotizzano alcuni - di una campagna tesa a screditare l'operato di Tim Cook per colpire l'intera azienda, facendo leva sulla figura "mite e silenziosa" dell'attuale CEO per affondare un avversario ancora temibile.
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