L'azienda controllata da Google rischia una multa di quasi un miliardo di euro.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-05-2013]
Il lungo braccio di ferro tra Motorola e Apple per questioni di brevetto - con la prima che accusa la seconda di diverse violazioni - potrebbe costare una multa comminata dalla Commissione Europea alla società controllata da Google.
La questione principale ruota intorno a un brevetto, detenuto per l'appunto da Motorola, che riguardano la tecnologia GPRS.
Nonostante l'impegno, preso da Motorola Mobility, di rendere disponibili le tecnologie fondamentali a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie (caratteristiche generalmente note tramite l'acronimo FRAND), Motorola ha legalmente impedito a Apple - tramite la sentenza di una corte tedesca - l'utilizzo del brevetto GPRS in questione.
Il problema, però, è ancora più complicato: infatti l'ingiunzione è stata pretesa da Motorola nonostante Apple si fosse offerta di pagare le relative royalty per l'utilizzo: vista così, pare insomma che Motorola non fosse intenzionata a proteggere le proprie tecnologie, ma a mettere i bastoni tra le ruote a un concorrente pericoloso.
La vicenda è arrivata all'orecchio della Commissione Europea che ora - dopo un anno di indagini - si è inserita con uno Statement of Objections, in pratica l'espressione delle preoccupazioni nutrite dalla Commisione stessa circa un possibile abuso di posizione dominante da parte di Motorola, e allo stesso tempo un primo passo formale nella conduzione delle indagini.
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Il GPRS - spiega la Commissione - è una tecnologia indispensabile per le telecomunicazioni mobili: il fatto che Motorola voglia impedirne l'uso nonostante si fosse inizialmente impegnata a fornire le licenze e che si sia rivolta a un tribunale nonostante Apple si sia detta disponibile a pagare le royalty rende pesante il sospetto di abuso di posizione dominante.
A questo punto entrambe le parti in questione possono esprimere la propria posizione per iscritto, entro due mesi. Se la Commissione riterrà Motorola colpevole, potrà comminare una sanzione che potrà arrivare sino al 10% del fatturato annuo della società, ossia quasi un miliardo di euro.
In tutto questo, al momento, Google non è direttamente coinvolta; la Commissione ha infatti precisato che i fatti contestati si sono verificati prima dell'acquisizione. La società di Mountain View è quindi interessata alla vicenda solo in quanto attuale proprietaria di Motorola.
Joaquin Almunia, Commissario alla Concorrenza, ha commentato: «La protezione della proprietà intellettuale è fondamentale per l'innovazione e la crescita. Ma lo è anche la competizione. Credo che le aziende dovrebbero impegnare il proprio tempo innovando e confrontandosi sui punti di forza di prodotti che offrono, non abusando dei loro diritti di proprietà intellettuale per rallentare i concorrenti a scapito dell'innovazione e della scelta da parte dei consumatori».
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