I servizi segreti italiani negano, ma le parole dell'ex sottosegretario Gianni Letta testimoniano la collaborazione tra gli USA e la sicurezza di Telecom Italia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-07-2013]
Nelle scorse settimane, mentre sia il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz che l'Assemblea Federale svizzera condannavano l'ormai famosa vicenda del datagate, il Parlamento Italiano si dimostrava particolarmente assente.
Per la Svizzera, l'attività della NSA - che ha acquisito miliardi di telefonate dei cittadini europei - è contraria alla Costituzione elvetica; l'Europa è indignata perché le comunicazioni del suo Parlamento sono state messe sotto controllo. L'Italia, almeno ufficialmente, sembra tacere.
Eppure, secondo le rivelazioni di un luogotenente di marina e agente della NSA, l’Italia avrebbe collaborato a tutto ciò, passando i dati delle nostre comunicazioni agli USA.
I servizi segreti italiani hanno smentito questa notizia precisando che la collaborazione con gli americani sarebbe stata limitata alla lotta contro il terrorismo.
Evidentemente si riferiscono implicitamente alle vicende che hanno visto il SISMI, il nostro servizio segreto militare, collaborare ai massimi livelli con la CIA per il sequestro a Milano dell'imam Abu Omar.
Per quell'avvenimento l'ex capo del SISMI, il generale Nicolò Pollari, e il suo vice Marco Mancini sono stati condannati, così come il capo della sede di Milano della CIA Robert Seldon Lady.
Sulla vicenda il governo Berlusconi e successivamente il governo Monti hanno imposto il segreto di Stato ma pare assodato che l'allora capo della sicurezza di Telecom Italia Giuliano Tavaroli sia coinvolto nella vicenda.
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Egli infatti avrebbe messo a disposizione del SISMI e dei servizi segreti USA i dati delle telefonate, acquisiti in modo non legale attraverso gli apparati di Telecom e TIM.
Tutto ciò sarebbe avvenuto con il consenso dell'allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (con delega ai servizi segreti) Gianni Letta il quale, secondo quanto dichiarato pubblicamente dall'allora presidente di Telecom Marco Tronchetti Provera, sarebbe intervenuto affinché Tavaroli conservasse il proprio posto nonostante lo stesso Tronchetti Provera avesse intenzione di rimuoverlo: la motivazione della richiesta era che l'attività di Tavaroli era indispensabile ai fini della lotta al terrorismo.
Ora che si parla di una possibile nomina di Gianni Letta a senatore a vita in settembre, un passo del genere potrebbe venire interpretato come uno scudo istituzionale a possibili inchieste giudiziarie sul ruolo avuto da Letta nel favorire l'utilizzo dei dati riservati di cittadini italiani da parte dei servizi segreti americani.
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