"Prima o poi arrivano anche da noi..." Inizia così l'appello che circola in Rete da metà febbraio.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-04-2003]
L'appello prosegue: "Non sono gonne trasparenti. Sono stampe sulle gonne che fanno sembrare che si vedano le mutande: attualmente molto di moda in Giappone. Non mi sembra ci siano anche per l'uomo, dovremo attendere un po'."
L'appello è accompagnato da una serie di foto che sembrano mostrare gonne sulle quali sono stampate immagini di gambe e posteriori mutandati che danno l'illusione di essere quelli della persona che indossa la gonna. Altro che nuova moda giapponese! Le immagini sono dei fotomontaggi digitali. Lo si nota da un particolare rivelatore in una delle immagini, quella della donna con la borsetta marrone: il bordo della mutandina, sul gluteo sinistro, si vede attraverso la maniglia della borsetta. Basta ingrandire l'immagine per notarlo.
Inoltre, come segnalato dal famoso sito antibufala Snopes.com, in tutte le foto le immagini delle mutande e delle gambe sono sempre perfettamente allineate con la posizione del sedere e delle gambe delle "modelle", cosa impossibile da ottenere nella realtà. Il fotomontaggio è ottenuto abbastanza semplicemente, scattando due foto alla "modella" nella medesima posizione: una con la gonna e una senza. Poi con il fotoritocco digitale si fondono le due immagini.
Japanese Streets riferisce che "in molti hanno scritto a Kjeld Duits, giornalista e fotografo di moda operante in Giappone" nonché gestore del sito stesso "chiedendo aiuto per trovare chi produce questi indumenti", ma Duits chiarisce che la gente "non si rende conto che questo tipo di fotomontaggi è molto popolare nelle riviste porno giapponesi più economiche". Duits, in una intervista per il Toronto Star, racconta che queste riviste spesso affermano di aver scattato queste immagini usando "un obiettivo speciale che consente loro di fotografare attraverso i vestiti". Se a qualcuno questo ricorda certi "occhiali a raggi X" pubblicizzati da certi fumetti in epoche ormai passate e più ingenue, è in buona compagnia.
Chi ci è cascato? A parte i tanti utenti della Rete che hanno propagato questa bufala, lo stesso articolo del Toronto Star riferisce che ha abboccato anche il giornale Sunday Mail del Queensland, in Australia, con un articolo intitolato A Cheeky Skirt che sostiene (senza prendersi la briga di verificare) che questi indumenti "stanno impazzando a Tokyo". A riprova che le penne rubate all'agricoltura non sono un'esclusiva italiana.
Attenzione, però: in in certo senso, la bufala potrebbe diventare realtà: infatti Duits riferisce che un importatore israeliano, al quale ha spiegato che quelle gonne non esistevano, avrebbe deciso di fabbricarle. In tal caso, però, le leggi dell'ottica obbligheranno a risultati molto meno realistici di quelli mostrati nei fotomontaggi di questo appello.
Un altro modo in cui le immagini riprese attraverso i vestiti potrebbero diventare realtà è la tecnologia del terahertz imaging, descritta ad esempio presso Space.com, che racconta delle prove pratiche condotte dall'agenzia spaziale europea: l'articolo mostra una foto di una mano ripresa attraverso un ostacolo opaco di un centimetro e mezzo di spesso (un blocco note) e un'immagine di una persona vestita, "denudata" da questa tecnologia.
Non eccitatevi: le immagini vanno bene per rivelare un'arma nascosta, ma per il resto non sono paragonabili ai fotomontaggi giapponesi, che sono e restano bufale.
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