L'importanza della prima impressione

Come scrivere un curriculum vitae per le aziende hi-tech: dieci errori da non fare.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-10-2014]

curriculum vitae 03

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Curriculum vitae per aziende hi-tech

6. Fare elenchi puntati che sembrano capitoli

Un elenco puntato è un buon modo per organizzare le informazioni; per sua natura, però, deve fornire queste ultime in maniera rapida e concisa.

Molti commettono l'errore di far seguire ogni punto da una descrizione accurata al punto di essere logorroica.

La parola d'ordine, in questo caso, è tagliare: meglio non andare oltre le due righe.

7. Tralasciare l'aspetto

Il modo in cui un curriculum si presenta è importante quasi quanto il suo contenuto: caratteri, spaziature, dimensioni, colori hanno tutti la propria importanza.

Alcuni commettono questo errore andando all'eccesso opposto, ossia concentrandosi sull'aspetto tanto da far pensare che volessero comporre un'opera d'arte più che un documento.

Chi assume è interessato alle informazioni e al fatto che siano espresse in maniera leggibile, anche dal punto di vista grafico: niente stravaganze, quindi, ma occorre adottare un modello pulito e attenervisi, ottenendo un risultato elegante e comprensibile.

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A quali condizioni lavoreresti da casa anziché in ufficio?
Accetterei uno stipendio inferiore perché risparmierei sui trasporti e in tempo.
Vorrei uno stipendio maggiore perché l'azienda risparmierebbe su locali, strumenti, sicurezza.
Allo stesso stipendio.
Non rinuncerei al lavoro in ufficio per nulla al mondo.

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8. Ignorare grammatica e sintassi

Nulla urla «scartami!» con maggior forza di un curriculum scritto male.

Errori di ortografia, frasi monche o nelle quali il soggetto si perde per strada fanno passare la voglia di leggere e nascondono con grande abilità anche le competenze migliori.

Prima di stampare o inviare un curriculum è indispensabile sottoporre il testo a una lettura accurata, magari facendosi aiutare se si è a conoscenze dei propri limiti con l'italiano.

Ciò è tanto più vero se si scrive in una lingua straniera: l'ideale sarebbe farsi aiutare da un madrelingua per essere sicuri di evitare gli svarioni peggiori e, magari, dare un'impronta professionale al testo.

Altrettanto importante è il tono adoperato: un testo che lasci trasparire un atteggiamento educato è certamente meglio accolto di uno scritto come se ci rivolgesse all'amico d'infanzia.

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Curriculum vitae, indicare solo l'essenziale

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 10)

vero, ma sarebbe triste giocarsi la possibilita' di concorrere per uno dei pochi posti disponibili a causa di un curriculum fatto male :) Leggi tutto
12-11-2014 10:25

Ho cominciato a programmare (schede perforate!) in assembler su mainframes IBM e Univac, passando da quasi tutti i linguaggi di programmazione (escluso, per scelta, il COBOL), dal FORTRAN all'0 APL al Pascal eccetera, fino Java e Python inclusi, senza parlare dei sistemi operativi, dall'EXEC 8 a Unix, a Windows eccetera. Ribadisco:... Leggi tutto
3-11-2014 22:15

Il problema non sono i curriculum, sono le aziende, e la crisi odierna che fa si che per ogni offerta di lavoro (high tech e non) ci siano centinaia di aspiranti lavoratori disoccupati pronti a tutto. Per non parlare di tutti i contratti esistenti, più o meno precari che presto verranno sostituiti dal contratto unico che di tempo... Leggi tutto
3-11-2014 16:13

{utente anonimo}
Di anni ne ho quasi 50 e faccio con orgoglio il programmatore e non solo. Ti posso dire che nei progetti "seri" i cosiddetti junior ad un certo punto si devono tirare indietro perché il risultato NON lo portano a casa. E' palese che di questo mestiere hai imparato o ne sai davvero poco, quindi ti invito a... Leggi tutto
3-11-2014 08:57

Saper programmare o conoscere (!) Internet non è HiTech. Per HiTech oggi si intende biotecnologie, chimica, eccetera. Fare il programmatore deve essere un'occupazione temporanea, farlo ancora dopo i 35 anni vuol dire essere fuori pista. Leggi tutto
2-11-2014 21:47

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Immaginiamo un mondo popolato dalle auto di Google: senza pilota, senza sterzo e senza pedali. Qual è il maggior svantaggio? (vedi anche i vantaggi)
L'auto di Google è veramente brutta! Più che un auto è un'ovovia.
Ci toglierà il piacere di guidare e la nostra vita sarà un po' più triste.
Avrà un costo non sostenibile per la maggior parte degli utenti.
Ci sarà maggior traffico: con un'auto senza pilota il trasporto privato verrebbe incentivato rispetto al trasporto pubblico.
Il Gps incorporato potrebbe non essere efficiente, costringendoci a fare percorsi più lunghi o più lenti o addirittura non portandoci mai a destinazione.
Ho timori soprattutto per la privacy: le auto di Google potranno collezionare dati su come mi sposto e quando.
In caso di incidente con nessuno al volante, non è chiaro di chi sarà la responsabilità civile. E a chi tocca pagare l'assicurazione? All'utente o a Google? O allo Stato?
Sarà esposta ad attacchi hacker o terroristici: di fatto avremo minore sicurezza sulle strade.
Se il sistema prevede un urto inevitabile, potrebbe trovarsi di fronte a scelte etiche insormontabili. Uccidere un anziano o un bambino? Due uomini o un bambino? Un uomo o una donna? Uscire di strada o urtare altri veicoli o pedoni? Andare addosso a un SUV o a un'utilitaria?
Rispetto alle auto tradizionali impiegheranno troppo tempo ad arrivare a destinazione, non potendo superare i limiti di velocità o fare manovre azzardate.
I tassisti non esisteranno più: già immagino le loro legittime proteste.

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