Il datore di lavoro non può immischiarsi nei comportamenti privati dei dipendenti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-10-2014]
Due anni fa, un dipendente (di sesso maschile) dell'Amministra- zione Provinciale di Verbania era stato licenziato: qualcuno aveva scoperto la sua presenza in siti per escort online, sui quali l'uomo si offriva per prestazioni omosessuali a pagamento.
Secondo l'ente, questo comportamento messo in atto dal dipendente danneggiava l'immagine stessa dell'amministrazione.
Ora la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall'uomo licenziato, ritenendo valido il parere espresso dal Garante per la Privacy sul caso.
In base a questo parere, il datore di lavoro - pubblico o privato - non può acquisire informazioni sulla vita privata del dipendente; inoltre i suoi comportamenti sessuali rientrano nella sfera dei dati sensibili, sui quali il datore di lavoro non può indagare.
Ora il dipendente chiederà il reintegro nel posto di lavoro, il risarcimento dei danni subiti e delle mensilità non percepite.
A questo punto i dirigenti dell'ente pubblico potrebbero anche essere condannati dalla Corte dei Conti per danno erariale.
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