11 bufale hi-tech a cui molti continuano a credere.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-07-2015]
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11 bufale hi-tech a cui molti continuano a credere
Proseguiamo il nostro articolo sulle 11 bufale hi-tech a cui molti continuano a credere.
Le lunghe sessioni di ricarica notturna sono un'abitudine che la maggioranza degli utenti di telefonini acquisisce in breve tempo, e non senza motivo: dato che le batterie degli smartphone durano al più una giornata, per avere il telefonino in perfetta efficienza al mattino l'unica soluzione pratica collegarlo al caricabatterie prima di andare a dormire.
Così facendo, però, si rovina la batteria: questo sostiene il senso comune.
In realtà non ci sono prove del fatto che lasciare il telefono in carica più del necessario abbia conseguenze negative sulla batteria. Poteva essere vero un tempo ma oggi le batterie agli ioni di litio interrompono la ricarica quando hanno raggiunto il livello massimo.
Diverso è il discorso che riguarda batterie non originali usate per risparmiare, o la pessima abitudine di tenere lo smartphone sotto il cuscino: lì il pericolo non è più rovinare la batteria, ma dar fuoco alla camera da letto.
In questo caso la bufala ha un fondo di verità. Risale al tempo delle vecchie batterie al Nichel-Cadmio che risentivano del cosiddetto "effetto memoria" a causa del quale, se ricaricate quando non erano completamente scariche, non riuscivano più a raggiungere il 100% della carica.
Le moderne batterie agli ioni di litio non soffrono più di questo problema. Esse presentano tuttavia un limitato numero di cicli di ricarica: il diminuire della loro efficienza è dovuto all'avvicinarsi a questo limite.
La corsa ai megapixel ricorda un po' la corsa ai gigahertz di qualche tempo fa, quando i produttori di Cpu facevano a gara per lanciare sul mercato il processore con la velocità di clock più elevata.
In realtà, sia che la fotocamera dello smartphone abbia 8 megapixel oppure che ne abbia 12, non c'è una gran differenza.
Ciò che fa la differenza è la quantità di luce che il sensore è in grado di catturare: sensori più grandi, con pixel più grandi, sono in grado di assorbire più luce, e quindi di generare immagini migliori.
Per dirla con Matthew Panzarino, fotografo professionista che scrive su TechCrunch: «Immaginate di trovarvi sotto un temporale a avere un ditale per raccogliere l'acqua. Più grande sarà il ditale, più facile sarà catturare le gocce in poco tempo». Ecco, in questo paragone il ditale è il pixel, e l'acqua che cade la luce.
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Il Pc si danneggia se spento tutti i giorni: bufala
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