Salvini e lo sciopero generale: provocazione o possibilità concreta?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-10-2015]
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Salvini e lo sciopero generale: provocazione o possibilità concreta?
I lavoratori privati che non svolgono servizi pubblici possono invece fare sciopero ad oltranza: nessuna legge lo vieta. Però la decurtazione dello stipendio di un giorno di lavoro è già pesante, e ancora di più lo sarà quella di tre giorni.
In genere, poi, in Italia anche in caso di gravi ristrutturazioni non si va oltre i due giorni al mese di sciopero che oltretutto, essendo ovviamente libero, difficilmente ottiene un'adesione superiore al 60% dei lavoratori; inoltre spesso lo sciopero viene diluito in diverse ore spalmate su molte giornate, così da far durare di più la mobilitazione e la tensione.
Ormai da molto tempo gli scioperi generali di una sola giornata - proclamati soltanto dalla Cgil perché Cisl e Uil non aderiscono - portano centinaia di migliaia di persone in piazza e causano qualche disagio ma l'Italia va avanti lo stesso anche perché sono molti i lavoratori precari, assunti a tempo determinato o in prova all'interno di aziende piccole (che sono la stragrande maggioranza delle imprese italiane) o con partita Iva, o che non hanno mai fatto sciopero e mai lo faranno perché rischiano rappresaglie e punizioni da parte del datore di lavoro, magari fino al punto di perdere il posto di lavoro stesso.
L'alternativa sarebbe che gli stessi imprenditori privati, molti dei quali non più italiani, chiudessero per tre giorni le loro fabbriche, i loro negozi, i loro ipermercati, i loro centri commerciali, le loro fattorie, i loro allevamenti.
È possibile che accada? Se un imprenditore vuole chiudere temporaneamente la sua attività, sperando che lo facciano anche tutti i suoi concorrenti, deve comunque corrispondere ai suoi dipendenti, per legge, i giorni di stipendio previsti oppure metterli in ferie forzate ma pur sempre retribuite. Finora l'unico caso di serrata generale è costituito dagli scioperi generali dei commercianti avvenuti all'inizio degli anni '80 (ma allora i supermercati erano in numero assai minore e i piccoli negozi molti di più) quando furono introdotti il registratore di cassa e gli scontrini fiscali; anche questi durarono però solo un giorno e molti clienti rinviarono semplicemente le spese.
Perché le famiglie italiane usano poco Internet? | ||
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Allora non c'erano lo shopping on line, i bancomat, l'home banking e tutte le forme attuali di commercio ed intermediazione finanziaria su Internet, compreso l'acquisto di biglietti per viaggi: tutte possibilità che oggi ci sono, sono molto molto diffuse e non si fermano mai, nemmeno durante gli scioperi, così come i benzinai self service e il Telepass sulle autostrade.
Alla fine gli unici che possono scendere in piazza,senza problemi, magari anche per tre giorni consecutivi sono i disoccupati, i pensionati e gli studenti, categorie che non fermano il lavoro anche se possono dare vita ad imponenti manifestazioni di massa.
L'idea dunque di uno sciopero generale che blocchi l'Italia intera è un'idea proposta, un colpo ad effetto, una mossa propagandistica magari efficace per far parlare di sé, eppure nello stesso tempo antica e molto superata: non ha nessuna o quasi nessuna possibilità di essere realizzata con successo. Le rivoluzioni ci sono state, e potrebbero ancora esserci in determinate condizioni, ma non si annunciano con largo anticipo in un talk show trasmesso da una o due reti TV, e nemmeno su Twitter.
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