Dare la caccia alle bufale è inutile, secondo uno studio.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-02-2016]
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Dare la caccia alle bufale è inutile, secondo uno studio
Il secondo pensiero è il silenzio della maggioranza. Non esistono soltanto complottisti e debunker: in mezzo ci sono i tanti dubbiosi, gente che non passa tempo a postare e quindi probabilmente non viene rilevata da una statistica, però di fatto legge vari punti di vista, si fa delle domande su chi abbia ragione e magari cambia idea senza dirlo pubblicamente.
So che i "convertiti" esistono, perché mi scrivono per raccontare la loro esperienza e li incontro alle conferenze. Sono tanti? Sono statisticamente insignificanti? Può darsi. Ma esistono. Ed è per loro che io e tanti altri scriviamo e ci diamo da fare: sappiamo benissimo che il complottista duro e puro non cambierà idea neppure di fronte all'evidenza e con lui non perdiamo tempo a cercare di dialogare (anche perché percepisce il dialogo come un tentativo dei Poteri Forti di plagiarlo, per cui non ascolta nemmeno).
Se evitiamo a un dubbioso di cadere nel vortice della paranoia, di affidarsi a un ciarlatano per la salute dei propri figli, di rovinarsi la vita con persecuzioni, paure e fini del mondo immaginarie, abbiamo ottenuto il nostro scopo. E questo succede: succede solitamente lontano dai riflettori, lontano dalla ribalta pubblica dei social network, spesso con imbarazzo perché significa dover ammettere di aver creduto a delle cazzate monumentali.
Insomma, fare debunking non salverà tutti, ma salva qualcuno, ed è sempre meglio che non fare niente. Un medico sa che non riuscirà a guarire tutti i propri pazienti, ma non per questo decide di smettere di fare il medico, di non provare a curarli e di dichiarare che la medicina è inutile. Ogni paziente salvato lo ripaga delle sue fatiche. E come nota Quattrociocchi in un'intervista per Repubblica, l'alternativa angosciante al debunking per ora è lasciare che le scimmie strillino indisturbate: "Bisogna costruire strategie di comunicazione ad hoc", dice, ma non specifica quali. In attesa che qualcuno le costruisca, io e i miei colleghi andremo avanti a fare debunking.
E a proposito di fatica, ovviamente e giustamente la ricerca statistica in questione non considera il piacere di fare debunking. Anche le tesi di complotto più deprimenti e inquietanti sono un'occasione per scoprire aspetti poco conosciuti della scienza e raccontarli. Per me, e per tanti come me, fare indagini antibufala non è soltanto un dovere morale per contrastare la marea montante di scemenze socialmente pericolose: è un piacere.
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Studiare e debunkare le tesi alternative sullo sbarco sulla Luna mi ha permesso di conoscere persone straordinarie (compresi gli astronauti che sono andati sulla Luna) e di capire principi di fisica e volo spaziale che altrimenti non avrei scoperto; studiare l'11/9 mi ha dato l'occasione di capire meglio il mondo dell'aviazione civile e le strutture degli edifici e i loro rischi e di ammirare l'eroismo infinito dei vigili del fuoco; studiare l'ufologia mi ha consentito di scoprire fenomeni astronomici e aerei meravigliosi. E in generale mi ha permesso di sviluppare un senso critico, nei confronti di qualunque fonte d'informazione ("ufficiale" o meno), che mi torna utile in mille occasioni quotidiane.
Insomma, io farei debunking anche se non servisse a nulla: perché comunque è un modo affascinante per scoprire storie straordinarie ma reali. E condividerle con voi.
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gomez