L'ultima versione della popolare distribuzione è solida come una roccia ma permette di usare le applicazioni più recenti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-05-2016]
Alla fine di aprile Canonical ha rilasciato Ubuntu 16.04 Xenial Xerus LTS.
LTS sta per Long Term Support: in altre parole, questa versione sarà supportata per un periodo esteso. Mentre le versioni normali ottengono aggiornamenti e correzioni per i 9 mesi successivi alla loro data di rilascio, le LTS ottengono gli aggiornamenti per 5 anni.
Per far sì che una distribuzione viva tanto a lungo gli sviluppatori mirano a creare una versione particolarmente stabile. Ciò, però, significa anche che una LTS è una distribuzione un po' "noiosa": per garantire la stabilità necessaria si affida generalmente a software più datati, in quanto maggiormente testati e affidabili, lasciando le novità più interessanti alle versioni non LTS.
Con Xenial Xerus, però, Ubuntu ha deciso di sparigliare un po' le carte, introducendo novità importanti sia "sotto al cofano" che, più visibilmente, nell'ambiente desktop.
Per quanto riguarda le novità non immediatamente visibili, la prima è l'adozione di systemd in luogo di Upstart: quest'ultima era una soluzione sviluppata da Canonical stessa ma, come accaduto ad altri progetti "autarchici", alla fine gli sviluppatori hanno deciso di abbandonarla per affidarsi a quanto il resto della comunità open source produce e utilizza.
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Gli utenti però noteranno probabilmente di più altri dettagli, come la possibilità - richiesta da più persone - di poter finalmente spostare la barra di Unity (il launcher, per avviare le applicazioni) sul lato inferiore dello schermo: per farlo è necessario installare l'utilità dconf-editor, che offre l'opzione relativa.
Unity in generale ha ricevuto alcuni miglioramenti, come un supporto più efficiente alle decorazioni delle finestre in stile GNOME, o l'integrazione tra il launcher e il file manager Nautilus: se per esempio si clicca sull'icona del Cestino, la finestra di Nautilus che si aprirà sarà legata all'icona del Cestino e non a quella di Nautilus, come invece avveniva in precedenza.
Altra novità visibile è il rinnovamento subito dal Software Center. Rimasto apparentemente abbandonato negli ultimi tempi, mentre Canonical sembrava più interessata a sbarcare nel mondo mobile, è stato ricostruito grazie agli sforzi del team di GNOME: il risultato è una sorta di fusione tra il vecchio Software Centre e il medesimo software presente nell'ambiente GNOME.
Un'ulteriore modifica interessante non riguarda qualcosa che è stato aggiunto ma qualcosa che è stato tolto.
Qualcuno ricorderà l'accesa discussione che si svolse nel 2012 quando Ubuntu venne accusata - nientemeno che da Richard Stallman - di contenere spyware a causa del modo in cui funzionava il sistema di ricerca: ogni chiave veniva inviata ai server di Canonical e veniva condivisa con i partner dell'azienda.
Ora questa possibilità, sebbene tuttora presente, è disattiva per impostazione predefinita: chi vuole continuare a condividere le proprie ricerche con Canonical può riattivare l'opzione manualmente.
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Con Ubuntu Snappy le dipendenze non sono più un incubo
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