La maggioranza dei follower le ha consigliato di farlo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-05-2019]
Chi scrive e interviene nel "mondo virtuale" del web e particolarmente sui social network dà a volte l'impressione di usare i mezzi a sua disposizione per lasciar correre i propri istinti, senza considerare che ciò che viene detto in Rete può avere conseguenze anche serie nel mondo reale, specialmente se si ha a che fare con persone fragili come gli adolescenti.
Una dimostrazione di ciò si può trovare in quanto accaduto di recente in Malaysia dove, stando a quanto riporta la stampa, una sedicenne s'è suicidata dietro suggerimento di un sondaggio su Instagram.
Il sondaggio era stato pubblicato dalla ragazza stessa: in esso chiedeva ai suoi follower se dovesse togliersi la vita. Il 69% ha risposto di sì, e così lei ha fatto.
È evidente che una storia del genere nasconde questioni profonde che non è semplice affrontare a partire dai dati forniti dagli organi di comunicazione locali, ma l'accaduto ha comprensibilmente provocato l'intervento delle autorità e un acceso dibattito nel web.
Alcuni membri del Parlamento malese hanno chiesto che quanti hanno risposto positivamente al sondaggio siano considerati responsabili per la morte della ragazza; in particolare il deputato Ramkarpal Singh sostiene che ella sarebbe ancora viva se non fosse stato per l'intervento dei follower.
«La ragazza sarebbe ancora viva se la maggior parte dei follower non l'avesse incoraggiata a togliersi la vita? Avrebbe ascoltato il consiglio degli utenti, cercando l'aiuto di un professionista?» sono state le parole del parlamentare.
Il ministro per lo sport e la gioventù ha invece promosso un'indagine immediata per valutare lo stato di salute mentale dei giovani malesi, ritenuo in palese peggioramento, e l'impatto dei social media sui casi sempre più numero di autolesionismo segnalati nel Paese.
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Vi sono in effetti alcune ricerche che mostrano come certi social network non facciano affatto bene agli utenti più giovani.
In particolare, uno studio britannico del 2017 indica proprio Instagram, insieme a Snapchat, come uno dei servizi più pericolosi per il benessere mentale dei giovani a causa della natura dei due social network stessi: l'essere piattaforme basate su immagini e fotografie a quanto pare non fa altro che minare l'autostima e potenziare il senso di inadeguatezza degli adolescenti.
Non si può d'altra parte non rilevare come i social media siano ormai parte integrante delle vite dei più giovani, tanto da aver generato un modo di socializzare e di prendere decisioni del tutto sconosciuto alle generazioni precedenti, in cui la pressione dei pari e l'idealizzazione di una certa apparenza portano a rendere insicuri quegli utenti che ancora stanno formando una propria identità
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