[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-11-2020]
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Dai botnet al Covid-phishing
Prima l'attenzione dei team di security era focalizzata sulla protezione degli utenti dalle minacce, delle applicazioni e della rete e sull'implementazione di una connessione sicura per le risorse all'interno del perimetro della rete. Ora, a causa di un esponenziale aumento dell'Internet of Things (IoT) e una maggiore dipendenza dalle reti domestiche e dai dispositivi consumer, come i router e i modem (cosa di cui i cybercriminali si sono accorti rapidamente), le priorità sono cambiate.
L'incremento del lavoro da remoto ha evidenziato la necessità di mettere in sicurezza i dispositivi personali utilizzati per connettersi alla rete aziendale, compresi smartphone, tablet, computer portatili e Pc. Per gli hacker, questo cambiamento rappresenta un'opportunità unica da sfruttare e introdursi nelle reti aziendali (o, almeno, sui dispositivi utilizzati per accedere a tali reti). Questi device sono vulnerabili e i ricercatori hanno individuato la formazione di grandi botnet che possono essere utilizzate per lanciare attacchi DDoS o distribuire malware destinati all'impresa.
Oggi, i cybercriminali dimostrano di comprendere meglio la tecnologia e di avere accesso a risorse più sofisticate, rendendo più impegnativo che mai per i team IT proteggere le risorse distribuite. Attraverso l'uso di AI e strumenti di machine learning, ad esempio, i cybercriminali sfruttano appieno la superficie di attacco in espansione e bypassano con successo le protezioni tradizionali.
A causa di questi progressi nei metodi e nelle tecnologie di attacco, i team IT lottano per stare al passo con gli sviluppi, come il ransomware di ultima generazione e le minacce di phishing utilizzate per compromettere i dispositivi IoT at-home.
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Gli attacchi ransomware diventano sempre più sofisticati
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