Le motivazioni di un flop e di un successo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-12-2020]
Immuni, l'app per tracciare i contatti, non è stata un successo e questo, tutto sommato, è stato un bene: non eravamo preparati per fare tutti quei tamponi che sarebbero stati necessari per le persone che avrebbero scoperto di essere state in contatto con un positivo; oggi forse lo siamo, anche se non del tutto.
L'App Io invece è stata un successo: in pochi giorni è stata scaricata da milioni di cittadini e ancora non è finita. Quindi in questo caso milioni di cittadini hanno ritenuto che non ci fossero particolari problemi di privacy e che non ci fosse niente di male a essere tracciati dallo Stato nei propri acquisti che rivelano anche i nostri spostamenti e le nostre abitudini e stili di vita. Le operazioni di download e di registrazione dell'app Io si sono rivelate difficoltose e questo ha sollevato giustamente critiche e proteste.
Perché questa differenza fra le due app? La più banale è che nel primo caso la persona non ci guadagnava nulla mentre nel secondo avrà una riduzione delle tasse, che dovrebbe avvenire sotto forma di rimborsi (il cosiddetto "cashback") in poco tempo, direttamente con un accredito sul conto corrente bancario, a partire da un periodo di frequenti e importanti acquisti come nel periodo di Natale.
Ci sono anche altre motivazioni: l'app Io può rivelare allo Stato le abitudini di acquisto, gli acquisti effettivi e le disponibilità economiche; ma il cittadino presume che questi dati siano già ampiamente nella disponibilità dello Stato e del Fisco e non debba soffrire conseguenze se rivelati.
L'app Immuni invece rivela allo Stato un dato fino a quel momento sconosciuto: sono venuto a contatto con dei positivi e potrei essere contagiato, a questo punto mi potrebbero costringere a fare il tampone e se positivo costringere a stare in casa; addirittura si anche era temuto, a causa di una campagna allarmistica miserabile, che se uno era stato in contatto con un positivo lo avrebbero prelevato con la forza e condotto in ospedale dove sarebbe stato curato ma si sarebbe anche potuto aggravare e morire, senza mai più rivedere i propri familiari. Questa evenienza è impossibile: hanno già tante difficoltà a seguire e ricoverare quelli che chiamano un'ambulanza o sollecitano una visita domiciliare, figuriamoci i ricoveri forzati.
Molti temevano però semplicemente la realtà: se sei positivo devi stare in casa e non puoi più lavorare, divertirti o fare la spesa, anche se non stai male. Certamente dietro c'è un rifiuto dell'alta contagiosità dei virus, della sua pericolosità, anche un rifiuto della malattia e della morte, prodotto anche da campagne se non negazioniste comunque minimizzatrici e superficiali.
Nel caso di Immuni, l'app è stata vista come un pericolo non solo per la privacy ma addirittura per la vita; mentre l'app Io, che può servire non solo per avere rimborsi (comunque rari) ma più che altro per pagare tasse e contributi, è stata vista come una giusta compensazione per le tante tasse che si pagano.
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