[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-06-2021]
Ricordate il grafene, il cosiddetto "materiale dei miracoli"? È stato scoperto nel 2004, se ne parla da anni, sono state ideate moltissime applicazioni in cui può apportare un contributo risolutivo ed è stato pure causa di un premio Nobel nel 2010. Finora, però, di tante invenzioni che proprio del grafene fanno uso pochissime sono arrivate sul mercato.
Una nuova possibilità di entrare a far parte di oggetti di uso relativamente comune arriva da alcuni ricercatori dell'Università di Cambridge, i quali hanno scoperto come usarlo per creare hard disk più capienti e dalla vita più lunga di quelli attuali.
L'idea alla base della scoperta è apparentemente semplice: sostituire lo strato a base di carbonio (COC) che ricopre i piatti degli hard disk con uno strato di grafene.
Lo scopo di questo strato è proteggere i piatti dall'usura meccanica e dalla corrosione. Negli anni, il suo spessore è diminuito: se negli anni '90 era pari a 12,5 nanometri, oggi è di circa 3 nanometri, mentre la densità di dati attuale registrabile su un hard disk è di circa 1 Tbyte per pollice quadrato.
Gli studiosi di Cambridge hanno deciso di rimpiazzare lo strato a base di carbonio con degli strati di grafene (da uno a quattro), per valutare poi i cambiamenti per quanto riguarda l'attrito, l'usura, la corrosione, la stabilità termica e la compatibilità con i lubrificanti rispetto agli hard disk attualmente in circolazione.
In tutti i campi sono stati notati dei sostanziali miglioramenti, senza contare che lo spessore dello strato di grafene è ulteriormente inferiore a quello dei COC attuali: l'attrito è stato dimezzato, e la corrosione è stata ridotta, usando un solo strato di grafene, di 2,5 volte.
Inoltre, grazie a questa tecnologia la densità di dati aumenta drasticamente: a seconda della configurazione, si possono avere 4 o addirittura 10 Tbyte per pollice quadrato.
Tutti questi lati positivi - una maggiore capienza e una maggiore resistenza all'usura - sono estramente importanti non tanto per l'utenza domestica, dove spesso gli SSD stanno facendo sparire gli hard disk, ma per i datacenter delle grandi aziende che hanno bisogno di sempre più spazio per i servizi di cloud computing e il salvataggio dei dati degli utenti: una realtà come YouTube, per esempio, saprebbe senz'altro come utilizzare dei dischi dieci volte più capienti degli attuali e che resistono meglio allo scorrere del tempo.
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