[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-04-2022]
Può sembrare cinico parlare di guerra informatica mentre cadono bombe tutt'altro che virtuali sull'Ucraìna, ma l'informatica, nel bene e nel male, sta avendo un peso senza precedenti in questo conflitto. Russia e Ucraina sono paesi tecnologicamente evoluti, con reti di telefonia cellulare e accessi a Internet capillarmente diffusi fra la popolazione, con social network e con servizi che dipendono dalle telecomunicazioni e in particolare da Internet e dal software per funzionare. Se qualcosa li compromette o li sfrutta in maniera inattesa, le conseguenze sono pesantissime.
La Russia lo sa bene. Il 23 dicembre 2015 un suo attacco informatico, uno di una lunga serie ai danni dell'Ucraina, riuscì a interrompere l'erogazione di energia elettrica a circa 230.000 persone per varie ore. Per prima cosa, le reti informatiche delle aziende elettriche furono penetrate usando delle mail contenenti un malware denominato BlackEnergy. Da lì furono presi di mira i sistemi di controllo industriali del tipo SCADA, comandandoli in modo che spegnessero le sottostazioni elettriche e si danneggiassero in maniera permanente, e furono cancellati i file presenti sui server delle aziende elettriche usando il malware KillDisk.
Poi i call center di queste aziende furono sommersi di telefonate fasulle in modo da rendere impossibile agli utenti avere informazioni sul blackout. Alla fine l'attacco fece rimanere al buio anche gli addetti nei centri operativi delle aziende elettriche colpite.
Ma la guerra informatica si evolve. In questi giorni i computer ucraini che usano Microsoft Windows sono stati attaccati da un malware di tipo wiper, ossia il cui unico scopo è cancellare irreparabilmente tutti i dati che incontra, come era già successo nel 2017 con NotPetya, che aveva causato disastri a livello mondiale.
Ma questo nuovo wiper, denominato FoxBlade, è stato identificato e bloccato molto rapidamente da Microsoft, che ha fornito un apposito aggiornamento del proprio antivirus, Defender, al governo ucraino già tre ore dopo aver scoperto l'attacco.
Questo, però, vuol dire che Microsoft è intervenuta concretamente in un conflitto: da ottomila chilometri di distanza, e senza lanciare alcun missile intercontinentale, è arrivata in difesa di un paese aggredito, e lo ha fatto su una scala e con una rapidità che neppure un governo potrebbe eguagliare, perché nessun governo ha le risorse tecniche e infrastrutturali per far arrivare a milioni di computer un aggiornamento software che li metta al sicuro.
Ti invitiamo a leggere la pagina successiva di questo articolo:
Microsoft, Google e Apple danno il loro contributo alla guerra
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
|
|
(C) by Paolo Attivissimo - www.attivissimo.net.
Distribuzione libera, purché sia inclusa la presente dicitura.
|
||
|
zeross