La guerra è sempre più informatica /4
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-05-2022]
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La guerra è sempre più informatica
In questa raffica di novità tecnologiche della guerra informatica non poteva mancare l'intelligenza artificiale. Facebook e Twitter hanno segnalato e bloccato una campagna di disinformazione e di hacking ai danni dei giornalisti, del personale militare e dei funzionari pubblici locali in Ucraina. Questa campagna creava dei finti articolisti ucraini, che scrivevano notizie negative sul paese, e dava loro dei volti creati con l'intelligenza artificiale.
Le campagne di disinformazione provenienti dai canali russi, come RT, Sputnik e Ruptly hanno spinto Google a bloccare i loro canali YouTube in tutta Europa. Lo stesso stanno facendo Apple, Spotify, Facebook, TikTok e Microsoft in seguito all'annuncio della Commissione Europea di voler bandire dall'Unione Europea "la macchina mediatica del Cremlino".
È un provvedimento che molti vedono come una forma di censura e contestano, dicendo che dovrebbero essere liberi di scegliere come informarsi, ma è un'obiezione che non tiene conto dell'altro protagonista informatico di questa guerra: gli algoritmi, specificamente quelli di YouTube e Facebook che fanno sì che se un utente comincia a guardare qualche video di RT o Sputnik gli verranno proposti altri video dello stesso tipo e della stessa fonte e alla fine si troverà sommerso dalla disinformazione senza che gli vengano suggeriti altri punti di vista.
Allo stesso tempo, però, questo blocco pone anche un problema giornalistico notevole: come fa un giornalista a documentare cosa viene effettivamente trasmesso su questi canali, se non li può vedere? In realtà sono perfettamente visibili, se ci si tiene: basta infatti usare un software di VPN che faccia sembrare che ci si trovi al di fuori dell'Europa. Ovviamente servono giornalisti in grado di usare una VPN e non solo capaci di cliccare sull'icona di YouTube, ma questa è un'altra storia.
Le armi informatiche in questo conflitto includono anche delle tecniche classiche, come il denial of service, ossia l'intasamento dei siti più significativi dell'avversario in modo da impedirne l'uso. Sono stati messi offline in questo modo numerosi siti, compreso quello del Cremlino, quello dell'agenzia spaziale Roscosmos e quello dell'agenzia di notizie russa TASS. Quest'ultimo è stato colpito anche con un defacement, ossia il suo contenuto è stato proprio alterato, facendo comparire un messaggio contro la guerra, visibile a qualunque cittadino russo che visitasse il sito.
C'è anche il, come dire, denial of product: si sta continuamente allungando l'elenco di aziende del settore tecnologico e informatico che rifiutano di esportare i propri prodotti verso la Russia: Apple ha interrotto tutte le vendite dei propri prodotti nel paese, AMD, Intel, Dell, HP e Lenovo stanno facendo altrettanto, e colossi nei servizi informatici per le aziende come Oracle e SAP hanno sospeso le proprie attività nella Federazione Russa.
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