Uno studio durato sei mesi dimostra che lavorare dal lunedì al giovedì non solo fa bene alla salute, ma non danneggia la produttività.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-12-2022]
Le restrizioni applicate durante il periodo della pandemia da Covid-19 hanno cambiato in molte persone la percezione del mondo del lavoro.
Se prima erano in pochi a mettere in discussione il ritmo composto da sveglia - viaggio verso il posto di lavoro - giornata lavorativa - ritorno a casa, molti ora si sono resi conto che un miglior equilibrio tra la vita personale e quella lavorativa porta non solo a vivere meglio (anche per quanto riguarda i rapporti familiari e sociali) ma anche a una produttività maggiore.
Quanti per mesi hanno lavorato da casa si sono ritrovati meno stressati, hanno potuto godere di un numero maggiore di ore di sonno, hanno potuto curare i rapporti con parenti e amici e hanno avuto tempo per sé stessi e per quelle commissioni e quei lavori domestici che generalmente vengono rimandati al fine settimana.
Non tutti i lavori, però, possono essere eseguiti da remoto. Per valutare la possibilità di regolare meglio l'equilibrio tra lavoro e vita privata, dallo scorso febbraio e per sei mesi Four Day Week Global ha condotto un esperimento in collaborazione con 33 aziende in diverse parti del mondo e, ora, i risultati sono arrivati.
L'esperimento è stato condotto in collaborazione con ricercatori del Boston College, della Cambridge University e dello University College di Dublino, ed è consistito nell'adottare una settimana lavorativa di sole 32 ore in luogo delle tipiche 40, pur mantenendo il medesimo stipendio.
Le aziende coinvolte hanno deciso di organizzare le 32 ore nella maniera forse più ovvia, ossia riducendo la settimana lavorativa a quattro giorni e lasciando libero il venerdì, pur continuando a pagarlo.
Dopo sei mesi, le stesse aziende sono state chiamate a compilare un questionario con il quale hanno valutato i vari aspetti del test; in 27 hanno risposto e i risultati appaiono tutti positivi.
Valutando su una scala da 1 a 10 (dove 1 è «molto negativo» e 10 è «molto positivo»), l'esperimento è stato ritenuto sostanzialmente un successo con una media pari a 9,1.
Non a caso, 18 delle aziende coinvolte hanno deciso di mantenere la "settimana corta"; sette intendono farlo ma non hanno ancora elaborato piani precisi per implementare la decisione; una pensa di farlo; e una, infine, non è sicura. Nessuna, però, è certa di voler tornare alla settimana lavorativa di cinque giorni.
Per quanto riguarda le prestazioni complessive registrate nel periodo del test, la valutazione media - sempre su una scala da 1 a 10 - è di 7,6, mentre per quanto riguarda la produttività nello specifico il valore è 7,7.
Anche i dipendenti sono soddisfatti. Il 96,9% vorrebbe continuare a lavorare per quattro giorni la settimana, affermando che ciò ha portato a una riduzione dello stress, dell'esaurimento, della fatica e dei conflitti riguardanti il bilanciamento lavoro/famiglia; sono migliorate invece la salute sia mentale che fisica e la soddisfazione raggiunta in diversi aspetti della vita sia sociale sia lavorativa.
Il giorno libero in più è stato usato per coltivare hobby, svolgere le faccende di casa e per occuparsi di sé: in generale, ne ha giovato il bilanciamento tra vita personale e vita lavorativa.
«L'uscita dalla pandemia ha mostrato che lo stress dovuto al luogo di lavoro, gli orari lunghi e la pressione della vita quotidiana sono tutti problemi urgenti» nota Four Day Week Global; affrontarli riducendo i giorni di lavoro aiuta può essere la soluzione dal punto di vista sociale, economico e, secondo l'organizzazione, anche ambientale.
Il rapporto che riassume lo studio, disponibile in versione completa e ridotta, è liberamente scaricabile dal sito di Four Day Week Global, previa registrazione.
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