[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-05-2020]
Costretti in casa per lunghe settimane a causa delle misure adottate nel tentativo di contrastare la Covid-19, moltissime persone si sono trovate a dover affrontare uno scenario al quale non erano preparate.
Chi era abituato a passare buona parte della giornata fuori di casa all'improvviso s'è trovato stretto tra quattro mura e per qualcuno - come di recente ha segnalato anche l'OMS - ciò si è tradotto anche in disturbi mentali: ansia, paura e depressione.
Invece, per i gamer la situazione s'è tramutata in un'occasione: d'un tratto si sono trovati tra le mani molto tempo libero per dedicarsi alla loro passione.
Quanti guardano dall'alto in basso gli appassionati di videogiochi staranno già scuotendo la testa, ma in realtà il gaming (se affrontato con sana moderazione) può essere un buon modo per evitare di cadere proprio in quei disturbi da cui ha messo in guardia l'Oms, tenendo la mente occupata e allontanando lo stress.
Un sondaggio condotto da Chillblast ha di recente confermato come l'84% dei giocatori abbia effettivamente aumentato il tempo passato davanti al Pc o alla console; per loro stessa ammissione, inoltre, ciò li ha fatti sentire meglio, permettendo loro di affrontare la "reclusione" con ottimismo.
Da ciò hanno tratto guadagno le loro capacità di giocatori (lo afferma il 43%) ma anche l'industria videoludica, che ha visto i propri affari e, anzi, in qualche caso migliorare: il 16,6% dei giocatori ha ammesso di aver speso 100 sterline in più al mese per gli acquisti in-game, per giochi nuovi o per componenti hardware.
In questo panorama ci sono però anche dei lati negativi, lati che paiono confermare lo stereotipo del giocatore che - preso dalla sua ossessione - si dimentica di tutto il resto, a partire dalle basilari regole di igiene personale.
Il 29% ha spiegato che, a causa del gioco, non è uscito di casa per tre giorni di seguito (pur avendo le motivazioni e le giustificazioni per farlo, come la necessità di fare la spesa, che è stata rinviata); il 20% ha saltato la doccia; il 16%, infine, ha omesso di lavarsi i denti.
In questi casi a rimetterci maggiormente sono stati certamente quanti vivono con un giocatore.
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