Threads vs Twitter



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-07-2023]

twitter limit

Non capita spesso di sentire che un social network impedisce intenzionalmente ai propri utenti di frequentarlo più di tanto, ma è quello che succede da qualche tempo su Twitter. Proprio mentre sto preparando questo podcast mi è comparso l'avviso che ho "raggiunto il limite giornaliero di visualizzazione di post" e mi è stato proposto di abbonarmi "per vedere più post giornalmente".

La limitazione è stata decisa ai primi di luglio ufficialmente per contenere il cosiddetto data scraping, ossia la copiatura su vasta scala dei contenuti pubblicati dagli utenti, però è anche un modo per incoraggiare gli utenti a pagare per abbonarsi.

Queste limitazioni sono insolite e non piacciono né agli utenti né agli inserzionisti, perché ovviamente impediscono agli utenti di vedere le loro pubblicità, eppure anche Threads, il rivale di Twitter creato da Meta e rilasciato in fretta e furia pochi giorni fa in versione incompleta,ha dovuto prendere una misura analoga per difendersi dagli attacchi degli spammer. Anche in questo caso, ci stanno andando di mezzo anche gli utenti onesti che sfogliano tanto il servizio.

Threads ha ovviamente anche una limitazione ben più forte per noi utenti dell'Europa continentale. Ufficialmente, infatti, l'app non è disponibile per chi risiede in Europa, salvo nel Regno Unito, perché acquisisce dati personali in modi incompatibili con le principali norme europee. Questo blocco fino a pochi giorni fa era aggirabile in vari modi, ma ora è stato reso più robusto: molti di coloro che riuscivano a usare Threads dall'Europa passando attraverso una VPN si sono visti comparire un messaggio di errore e non possono più postare messaggi ma solo leggere quelli degli altri.

Nel frattempo, anche senza gli utenti europei, Threads ha battuto ogni record di velocità di adozione di un servizio online, raggiungendo i primi 100 milioni di iscritti complessivi nel giro di una settimana dal suo debutto e superando anche il primatista precedente, ChatGPT, che ci aveva impiegato due mesi. Ma dopo l'entusiasmo iniziale, il numero di utenti attivi giornalmente su Threads si è dimezzato rispetto all'inizio, scendendo da 49 milioni [nel podcast per errore dico 40] a circa 24, ossia poco meno di un quinto di quelli di Twitter. La strada per rimpiazzare Twitter come fonte di notizie in tempo reale è insomma ancora lunga.

Nonostante il calo molto significativo, Threads rimane comunque enorme rispetto a Mastodon, altra piattaforma simile a Twitter, caratterizzata dalla sua indipendenza federata e dal fatto che non raccoglie dati personali, come fanno invece Threads e Twitter. Il confronto è particolarmente significativo perché Meta, proprietaria di Threads, ha avviato formalmente presso il World Wide Web Consortium, uno dei principali enti di standardizzazione di Internet, la procedura di adozione dello standard ActivityPub, lo stesso usato da Mastodon e da tanti altri servizi analoghi, e questo in teoria permetterebbe agli utenti di Mastodon di interagire con quelli di Threads e viceversa. Ma molti degli amministratori delle varie istanze di Mastodon, le "isole" che compongono questa piattaforma federata, non vedono di buon occhio l'arrivo di un colosso commerciale come Threads, che li potrebbe travolgere sommergendole di traffico, e stanno già pensando di bloccare o defederare Threads. Altri, invece, sperano che la popolarità di Threads possa dare maggiore visibilità a questo ideale di libera migrazione e interoperabilità proposto da ActivityPub e da Mastodon.

Twitter, da parte sua, non se la passa bene economicamente. Il suo proprietario, Elon Musk, aveva detto in un'intervista recente che Twitter era a un passo dal generare profitti e che gli inserzionisti che erano scappati dopo la sua acquisizione della piattaforma stavano tornando, ma pochi giorni fa ha invece dichiarato che i ricavi pubblicitari sono scesi del 50%. E su Twitter grava anche il debito di 13 miliardi di dollari che Musk ha usato per acquistare questa piattaforma a ottobre 2022. Quel debito sta costando circa un miliardo e mezzo di dollari l'anno, e il bilancio rimane in rosso nonostante i licenziamenti massicci e, a quanto risulta perlomeno dalla ventina di cause avviate contro Twitter, nonostante le bollette non pagate e i compensi di liquidazione ai dipendenti licenziati che non sono stati corrisposti. Non è chiaro quanto possa ancora durare Twitter in queste condizioni. Se non avete ancora fatto una copia dei vostri dati pubblicati su Twitter, forse è il caso di cominciare a pensarci.

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Paolo Attivissimo

(C) by Paolo Attivissimo - www.attivissimo.net.
Distribuzione libera, purché sia inclusa la presente dicitura.

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 6)

Comunque ho il sospetto che Musk abbia comprato Twitter per affossarla altrimenti non mi sembra poi questo gran genio degli affari. In ogni caso sono vissuto benissimo fino ad oggi senza Twitter e continuerò a vivere benissimo senza Twitter e senza Threads... :wink:
4-8-2023 17:15

Colui che guadagna 3.000 euro al mese rimane indifferente a questo tipo di spesa, chi ne guadagna 900 non ti fa la connessione da casa..... :innocente: Leggi tutto
27-7-2023 21:34

{Cippa}
Non ho twitter e non voglio l'altro. Affangala se pó dí?
26-7-2023 11:51

Stavamo aspettando tutto un altro social.. :roll: :roll:
24-7-2023 16:32

{Apon75}
Cominciate subito a trovare delle alternative gratuite e valide, o ancora meglio disintossicarvi dal web. Presto o tardi sarà quasi tutto a pagamento, poichè i cosi di gestione delle varie infrastrutture hardware e software, nonchè stipendi ed utili, non potranno più essere sostenute dai soli introiti della... Leggi tutto
24-7-2023 16:20

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