Tra meno di un mese tutti gli ISP dovranno offrire sistemi di filtraggio dei contenuti, al fine di proteggere i minori.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-10-2023]
Manca poco più di un mese all'entrata in vigore della delibera AGCOM 9/23/CONS, avvenuta lo scorso 21 febbraio, la quale impone agli ISP di mettere a disposizione dei clienti sistemi di controllo con i quali i genitori possano filtrare i contenuti inadatti ai minori.
AGCOM aveva dato nove mesi di tempo agli operatori per adeguarsi, e questi nove mesi scadranno il prossimo 21 novembre: a quel punto, tutti gli ISP dovranno garantire un accesso gratuito ai sistemi di parental control.
A dire la verità, alcuni operatori (da WindTre a Kena) già si sono mossi in questo senso e negli scorsi mesi hanno anche già avviato una campagna d'informazione per presentare le proprie proposte; gli altri certamente seguiranno a breve.
La delibera di AGCOM indica anche le categorie di contenuti per le quali gli ISP devono offrire possibilità di filtraggio.
Nel dettaglio, i genitori devono poter bloccare l'accesso ai contenuti per adulti, ai siti che offrono gioco d'azzardo o scommesse, ai siti che parlano o vendono armi, ai siti che promuovono «violenza o lesioni personali», ai contenuti che «promuovono o supportano l'odio o l'intolleranza verso qualsiasi individuo o gruppo», agli anonymizer (servizi che consentono di rendere irrintracciabile l'attività online), ai siti delle sette («siti che promuovono o che offrono metodi, mezzi di istruzione o altre risorse per influire su eventi reali attraverso l'uso di incantesimi, maledizioni, poteri magici o esseri soprannaturali», e ai siti che promuovono «pratiche che possono danneggiare la salute alla luce di consolidate conoscenze mediche».
Come si vede, la casistica è molto ampia e già definita "di sapore censorio" da alcuni dei primi commenti apparsi in rete all'inizio di quest'anno.
La possibilità che la tutela dei minori venga utilizzata come scusa per bloccare contenuti sgraditi a chicchessia non è poi così campata per aria ma, almeno in questo caso, in teoria sono i genitori (o chi comunque esercita la potestà genitoriale) che hanno il pieno controllo dello strumento: in quanto responsabili dell'educazione dei loro figli spetta loro l'ultima parola in merito.
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