Secondo la stampa italiana, l'accordo tra il Governo italiano e Starlink sui satelliti sarebbe ormai cosa fatta.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-01-2025]
Un blitz della presidente Meloni per essere la prima leader europea a incontrare Donald Trump nella sua residenza privata in Florida prima del suo insediamento formale fra due settimane come successore di Biden: questa è la notizia del giorno.
Certamente la premier ha posto fra gli argomenti del colloquio un chiarimento sugli aspetti politici e diplomatici del caso Cecilia Sala: la nostra connazionale giornalista detenuta in Iran solo per cercare di scambiarla con l'iraniano Abedini recluso a San Vittore su richiesta degli USA, che ne chiedono l'estradizione per terrorismo.
Per liberare al più presto Sala si deve negare l'estradizione per un reato che in Italia non è tale e comunque non sarebbe punibile con l'ergastolo che attende l'iraniano in America. D'altra parte non si vuole nemmeno iniziare i rapporti con la presidenza Trump, politicamente vicina alla Meloni, con un incidente diplomatico.
Nel colloquio Trump-Meloni sarebbe rientrato anche il tema del maxi accordo fra Italia e Starlink, la rete di satelliti di Elon Musk (il quale farà parte anche del governo di Trump) per permettere alla Difesa italiana di utilizzare quei satelliti per le comunicazione militari italiane con le navi, gli aerei, e in generale il personale delle missioni all'estero in caso di guerra - ma anche di assenza di conflitto.
Si tratta di un appalto da un miliardo e mezzo di euro che non passerebbe attraverso gare di appalto europee perché il servizio fornito da Musk, secondo il ministro della Difesa Crosetto, è in monopolio e lo può fornire solo lui e la sua azienda.
Il punto è però la possibilità anche per gli utenti privati di potersi avvalere sul territorio italiano dei collegamenti satellitari per le comunicazione via Internet, soprattutto nelle zone non coperte dalla rete a banda larga.
Nel caso della difesa prevalgono le esigenze di sicurezza, che sono una prerogativa del Governo che deve risponderne solo al Parlamento; ma per fornire un servizio a copertura nazionale a cittadini e imprese non serve soltanto l'ok del Governo. Sono necessarie infatti anche l'autorizzazione dell'Agcom e quella del Garante della Privacy, nonché quelle degli antitrust italiano ed europeo.
Infatti l'ingresso di un colosso come Musk non deve alterare la libera concorrenza, soprattutto dopo tutto quello che è stato imposto a TIM perché perdesse il suo ruolo di monopolista in Italia: deve invece garantire un'offerta che non schiacci la concorrenza e penalizzi i gestori che hanno già fatto molti investimenti.
In pratica non è detto che Musk abbia mano libera nell'offerta di connessione ai privati; la faccenda si fa interessante perché si tratta di un imprenditore abituato a rispondere con forza alla politica o alle authority che cercano di imbrigliare l'attività delle sue molteplici imprese.
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