Abbandonarsi alle vibrazioni e programmare senza toccare la tastiera

Vibe coding: creare programmi senza saper programmare



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-04-2025]

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Vibe coding: creare programmi senza saper programmare

Questa storia inizia esattamente il 3 febbraio scorso, quando in Europa è passata da poco la mezzanotte. Andrej Karpathy, ex direttore per l'intelligenza artificiale di Tesla, cofondatore di OpenAI (quella di ChatGPT, per intenderci) e una delle menti più influenti nel settore, pubblica su X un post nel quale descrive un nuovo modo di scrivere codice di programmazione usando toni quasi poetici, perlomeno per un informatico: lui si "abbandona alle vibrazioni" e "dimentica persino che esiste il codice". Karpathy crea programmi parlando ad alta voce, "praticamente senza mai toccare la tastiera", dice, lasciando che il riconoscimento vocale e l'intelligenza artificiale traducano le sue istruzioni verbali in righe di codice di programmazione.

Karpathy descrive il concetto generale, il cosiddetto vibe, la "vibrazione" appunto, di quello che vuole ottenere,e lascia che sia il computer a fare il lavoro di manovalanza: quello di trasformare quel concetto in software, ossia di fare il coding, la scrittura del codice secondo le regole del linguaggio di programmazione desiderato.

Senza volerlo, Andrej Karpathy ha coniato un termine, vibe coding, che di colpo ha dato un nome facile e accattivante a una tendenza già in atto nel mondo della programmazione da quando è diventato evidente che le intelligenze artificiali sono in grado di generare codice di programmazione con la stessa facilità con la quale generano testi, suoni e immagini.

E così milioni di tastiere crepitanti sono cadute, quasi all'unisono nel silenzio, abbracciando il vibe coding. Le aziende cercano disperatamente i vibe coder, ossia le persone capaci di generare in poche ore fiumi di codice che prima avrebbero richiesto giorni o settimane. I programmatori tradizionali si sentono improvvisamente come un calamaio di fronte a una biro.

Questo modo di scrivere software, di creare gli elementi fondamentali che determinano il funzionamento di tutti i dispositivi elettronici che usiamo, dai televisori alle automobili, dalle macchine per radiografie ai sistemi di gestione della contabilità, della sanità e del fisco, è un cambiamento enorme.

La maniera tradizionale di sviluppare codice richiede la conoscenza dettagliata dei linguaggi di programmazione e della loro pignola, implacabile sintassi. Una lettera fuori posto, una parentesi di troppo o una di meno, un parametro indicato nell'ordine sbagliato, e non funziona più niente. Ma l'intelligenza artificiale sta cambiando questo approccio, introducendo degli assistenti alla creazione di codice che sono in grado di interpretare la descrizione di un problema, espressa in parole comuni (anche in italiano), e generare del codice che funziona.

Non c'è più bisogno di studiare e ricordare tutti i vari linguaggi informatici: basta esprimersi in modo naturale in una sola lingua, quella che si usa tutti i giorni. Programmare non è più un'arte oscura riservata a una élite, ma arriva alla portata di tutti.

Le persone che hanno idee creative ma non hanno esperienza di programmazione possono ora creare dei prototipi descrivendo a un'intelligenza artificiale cosa hanno in mente. Come dice sempre Andrej Karpathy nel suo ormai storico post, "non sto scrivendo codice - semplicemente vedo cose, dico cose, eseguo cose, e copio e incollo cose, e grosso modo funziona".

Chi ha esperienza di sviluppo e programmazione, invece, può usare questi strumenti per automatizzare le parti ripetitive della creazione di un programma e diventare più veloce. Le porzioni standard di un software, cose come per esempio una finestra di immissione di dati o di conferma di un codice di accesso, vengono generate dall'intelligenza artificiale, mentre lo sviluppatore si concentra sulla progettazione generale ad alto livello, riducendo drasticamente i tempi di lavoro.

Ma in pratica come funziona tutto questo?

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Si riducono tempi e costi, e tutto sembra funzionare

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Paolo Attivissimo

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 11)

Già, proprio questo è il problema. Si tratta di una tecnologia all'avanguardia raffazzonata per uno scopo che non aveva originariamente e così consegnata nelle mani di gente impreparata a gestirla. Come vendere il fugu sashimi preparato da un barista nelle pizzerie... Leggi tutto
24-4-2025 07:57

Io sono un programmatore, e con l’avvento di ChatGPT mi faccio aiutare a valutare idee e algoritmi. È come avere qualcuno con cui confrontarsi, anche se dà spesso informazioni errate ma o meno ha un punto di vista diverso. Utile fino a qui, ma quando gli chiedi di generare codice è un disastro. Essendo un redattore di testi, funziona... Leggi tutto
23-4-2025 15:36

A meno che a fronte di un numero complesso ma intero, in preda ad allucinazione si metta in testa di poterlo stivare in quella variabile, e come minimo il programma trasferirà tutto il telefono nell'iperspazio... :twisted:
23-4-2025 09:51

Le cose non stanno esattamente cosi'. All'inizio dei tempi, c'erano si programmatori esperti e competenti, in camice bianco, che analizzavano, sviluppavano, testavano. E il programma veniva messo in commercio solo dopo approfonditi test. Il bug era un evento raro perche' la prima esigenza era "Deve funzionare". Poi (piu' o... Leggi tutto
23-4-2025 09:37

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