Vibe coding: creare programmi senza saper programmare (3)
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-04-2025]
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Vibe coding: creare programmi senza saper programmare
Il vibe coding è un duetto: le persone forniscono istruzioni, descrizioni e obiettivi usando il proprio linguaggio naturale, e gli strumenti di intelligenza artificiale, che sono stati addestrati alimentandoli con enormi quantità di codice e di informazioni di programmazione, traducono tutto questo in una prima bozza di codice.
Le istruzioni fornite sono estremamente semplici e intuitive: cose come "crea un sito che gestisca le prenotazioni, dove i clienti possono vedere quando io sono disponibile e pianificare gli appuntamenti. Il sito deve mandare e-mail di conferma e di promemoria". Tutto qui. A tutto il resto provvede l'intelligenza artificiale.
È un modo di lavorare iterativo e interattivo, che avanza per affinamenti progressivi: la persona prova la prima bozza e poi chiede alla IA di modificare il codice, descrivendo sempre in linguaggio naturale cosa deve cambiare: per esempio come deve comportarsi il programma se l'utente immette un valore non ammesso e cosa va visualizzato sullo schermo. La persona prova questa seconda bozza e la affina ancora descrivendo le modifiche da fare, e la IA le fa. Il ciclo continua così fino a che il software funziona e il creatore è soddisfatto del risultato. Dato che l'intelligenza artificiale scrive il codice molto più velocemente di qualunque essere umano, è facile effettuare varie passate di affinamento in pochissimo tempo.
L'intelligenza artificiale è anche in grado di correggere eventuali difetti nel codice che ha generato. Quando un software non funziona correttamente, produce un messaggio di errore. Nel vibe coding, il creatore di programmi (che è difficile definire programmatore a questo punto) non analizza l'errore come farebbe tradizionalmente: copia e incolla il messaggio di errore nella chat che sta facendo con l'intelligenza artificiale e lascia che sia questa IA a leggerlo e a trovare e applicare la soluzione opportuna. Anche perché nel vibe coding la persona che sta creando il programma spesso non conosce il linguaggio di programmazione usato e quindi non è in grado di capirne gli errori e correggerli.
Le intelligenze artificiali da adoperare per fare queste cose possono essere specialistiche, come GitHub Copilot, Windsurf AI, Replit e Cursor, oppure intelligenze artificiali generaliste come ChatGPT e Claude, per esempio, che sono in grado di generare anche codice di programmazione.
Ovviamente alle aziende tutto questo fa molta gola, perché promette di ridurre tempi e costi. Con il vibe coding, argomentano, non servono squadre di costosi e supercompetenti programmatori, ma è sufficiente pagare una sola persona con qualifiche più modeste e con pretese economiche altrettanto modeste.
Dario Amodei, fondatore e CEO di Anthropic, l'azienda che ha sviluppato Claude, dice che "non siamo lontani - ci arriveremo fra tre o sei mesi - da un mondo nel quale l'intelligenza artificiale scrive il 90% del codice. Fra dodici mesi potremmo trovarci in un mondo nel quale la IA scrive praticamente tutto il codice."
I sostenitori di questo nuovo modo di programmare citano come esempio di successo del vibe coding il fatto che il giornalista del New York Times Kevin Roose, che non è un esperto di programmazione, è riuscito a creare numerose applicazioni usando questa tecnica e lo ha raccontato in un seguitissimo articolo.
Un altro esempio molto popolare è il sito fly.pieter.com, che contiene un gioco online (un simulatore di volo molto schematico) che stando al suo creatore, Pieter Levels, guadagna oltre 50.000 dollari al mese vendendo spazi pubblicitari all'interno del mondo virtuale nel quale si svolge l'azione. L'intero gioco è stato realizzato da Levels, da solo e usando l'intelligenza artificiale come assistente, in mezz'ora. Un risultato inimmaginabile con i metodi tradizionali.
Su Internet fioriscono siti che tentano di imitare il successo di Pieter Levels creando in poco tempo videogiochi giocabili anche se poco raffinati, nella speranza di guadagnare qualche soldo. Ma Levels è stato il primo e ha un seguito molto grande sui social network che può proporre ai suoi inserzionisti, mentre chi arriva dopo e lo imita non ha nulla di tutto questo, per cui ha ben poche probabilità di monetizzare la sua pur modesta fatica.
In ogni caso il vibe coding sembra funzionare. Ma prima di buttar via i manuali di programmazione e pensare che basti saper parlare per poter creare programmi, ci sono alcune cose da sapere. Come al solito, quello che sembra troppo bello per essere vero finisce prima o poi per dimostrare di non essere vero.
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