Da Adobe una web app per impedire alla IA l'uso delle immagini

Ma c'è il rischio concreto che le aziende la ignorino.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-05-2025]

Da anni, i siti che vogliono limitare l'indicizzazione dei propri contenuti possono adoperare il file robots.txt. Posizionato nella directory principale di un sito, il file contiene istruzioni che specificano quali parti del sito i crawler debbano ignorare.

Ora Adobe ha annunciato un'iniziativa per introdurre un indicatore che l'azienda paragona a robots.txt ma è dedicato alle immagini. L'obiettivo è dare ai creatori maggior controllo su come le loro opere vengono utilizzate nell'addestramento dei modelli di intelligenza artificiale.

Come riportato da TechCrunch, la società ha rilasciato un nuovo strumento web che permette di allegare le content credentials a tutte le immagini, anche quelle non create o modificate con i suoi software. Questo sistema, basato sugli standard della Coalition for Content Provenance and Authenticity (C2PA), mira a indicare se un'immagine può essere usata per addestrare modelli di intelligenza artificiale. Ma la sua efficacia ovviamente dipende dall'adesione delle aziende di IA a questa iniziativa: dopotutto, con robots.txt accade la stessa cosa e ci sono crawler che lo ignorano.

Le content credentials sono metadati incorporati nei file multimediali che ne certificano autenticità e proprietà. Adobe utilizza una combinazione di fingerprinting digitale, filigrana open-source e metadati crittografici per garantire che queste informazioni rimangano intatte anche se l'immagine viene modificata.

Gli utenti potranno verificare queste credenziali tramite un'estensione Chrome, anch'essa realizzata da Adobe: essa mostrerà un simbolo "CR" sulle immagini che contengono le content credentials, anche su piattaforme come Instagram che non supportano nativamente lo standard.

Funziona in modo analogo a un sito che pone robots.txt nella sua radice per gestire i crawler: chi crea un'immagine può quindi apporre le content credentials, non adoperando un file di testo ma usando la web app gratuita realizzata da Adobe.

Il problema della distinzione delle immagini create dalla IA è sempre ben vivo e presenta aspetti tecnici, legali e culturali. Va inoltre considerata la possibilità di non concedere l'autorizzazione d'uso di una data opera per l'addestramento dei grandi modelli.

Le normative su copyright e dati di addestramento IA variano globalmente; gli artisti, specialmente i più piccoli, si sentono impotenti di fronte a giganti della tecnologia che utilizzano le loro opere senza consenso.

Adobe afferma di aver deciso di intervenire per offrire agli artisti un modo per "firmare" il proprio lavoro e reclamare l'attribuzione. Il vero problema, come dicevamo poc'anzi, riguarda il rispetto di questi limiti da parte delle aziende di IA.

Adobe peraltro prevede di estendere in futuro il supporto dello strumento a video e audio, anche se per ora preferisce concentrarsi sulle immagini.

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Commenti all'articolo (4)

Tutto ciò che si basa su adesioni volontarie e i controlli basati su elementi facoltativi, al mondo d'oggi non hanno alcuna efficacia, è ovvio che le intenzioni di Adobe sono chiaramente altre, quali non saprei dirlo, le ipotesi di zeross valgono come qualunque altra, solo il futuro ci dirà a cosa mirano.
11-5-2025 10:34

Avrebbe il sapore di una mossa pubblicitaria, se non fosse che potrebbe anche essere un modo per imporre una tecnologia proprietaria per controllare tutte le immagini del mondo, oppure solo il mio delirio personale dopo un goccio di amaro del capo :hic: Leggi tutto
10-5-2025 00:05

Il file robots.txt viene rispettato da pochissimi bot (google, bing e pochi altri) la massa lo ignora beatamente e, oltre che scansionare il server, tentano anche di accedere a risorse o rubare informazioni. Stessa fine fara' l'app di Adobe. Anche su un piccolo e sconosciuto server, come il mio, ci sono almeno un centinaio di accessi... Leggi tutto
6-5-2025 18:13

{federico}
Le aziende si prendono per i fondelli a vicenda, pare, e poi... Adobe, che deve parte della propria esistenza al saccheggio di Xerox (come Apple). Ma dai. E poi figuriamoci se qualcuno rispetterà queste richieste. Come sempre tutto si gioca con il rapporto costi/benefici, niente di più, niente di meno, esattamente come fece... Leggi tutto
6-5-2025 16:15

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