L'Europa sfida Google con l'Open Web Index

Un indice aperto e pubblico per sviluppare motori di ricerca liberi dalle logiche pubblicitarie e dall'inquinamento da IA.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-05-2025]

europa open web index
Foto di Growtika.

La strategia per ridurre la dipendenza europea dai giganti americani, come dimostra l'istituzione dell'EUVD, sta per arricchirsi di un altro tassello.

A partire dal prossimo giugno inizieranno i primi test dell'Open Web Index, un progetto finanziato dall'Unione Europea per creare un indice pubblico del web che supporti lo sviluppo di motori di ricerca alternativi.

L'indice, descritto come una «base di dati aperta a tutti», mira a favorire la nascita di piattaforme non profit, libere dalla logica della pubblicità e meno orientate alla cultura anglo-americana, come annunciato da fonti vicine al progetto.

L'iniziativa nasce in un contesto di crescente insoddisfazione verso i motori di ricerca tradizionali. Molti utenti lamentano un calo nella qualità dei risultati di Google, spesso inquinati da contenuti generati da intelligenza artificiale o influenzati da algoritmi pubblicitari.

L'Open Web Index, coordinato dall'organizzazione non profit Open Web Search, punta a offrire un'alternativa che si propone come trasparente e neutrale. Il funzionamento dell'Open Web Index si basa su un'infrastruttura aperta: anziché affidarsi a crawler proprietari, l'indice sarà accessibile a sviluppatori e organizzazioni per creare motori di ricerca personalizzati.

Questo approccio potrebbe favorire piattaforme locali, più sensibili alle esigenze culturali e linguistiche dei paesi europei. Inoltre, il progetto si allinea con normative come il Digital Markets Act (DMA) che, secondo i dati della UE stessa, ha già dimostrato di favorire la competizione, come nel caso dell'aumento della quota di mercato di Firefox in Europa.

Per quanto riguarda l'infrastruttura che dovrà sostenere l'indice europeo, l'UE sta investendo in progetti come il supercomputer LUMI in Finlandia per supportare i test iniziali. Inoltre, il progetto conta sul sostegno di organizzazioni accademiche e no-profit, tra cui il CERN, che ha aderito per promuovere un web più aperto.

«Accesso libero, aperto e imparziale alle informazioni: abbiamo perso questi principi fondamentali nella ricerca sul web e abbiamo urgentemente bisogno di ripristinarli» si legge sulla prima pagina del sito di Open Web Search, condensando così il "manifesto" dell'Open Web Index.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 13)

Questo è il vero e unico aspetto focale della questione, o il progetto viene sovvenzionato con fondi europei prelevati dal bilancio UE o si riesce a coinvolgere partner europei con spirito puramente filantropico :) , oppure il fallimento - se non proprio certo al 100% - è comunque l'esito più probabile. Leggi tutto
24-5-2025 15:07

a dire il vero sei entrato in un campo fiorito ripieno di mine, poiché tra e lingue parlate native, l'inglese non è nemmeno al terzo posto, visto che si hanno Arabo, Spagnolo, Cinese mandarino, Francese, Hindi e solo dopo l'inglese. Poi ci sono le classifiche Madrelingua, lingua ufficiale, parlanti e via dicendo con classifiche che... Leggi tutto
24-5-2025 00:54

Noi abbiamo sperperato milioni e milioni per il portale del turismo che non ha mai funzionato a dovere ed ha procurato anche sonore umiliazioni (come i nomi tradotti a cavolo e la versione "performante" che un programmatore ha realizzato in due giorni). I soldi non bastano comunque. Ad ogni modo, non sappiamo esattamente del... Leggi tutto
23-5-2025 08:01

{Bastian}
Beh se non ci sono neanche i soldi per tradurre quel poco di testo nelle 4 o 5 principali lingue europee, allora il progetto è già morto prima di iniziare. Si accettano scommesse. E comunque, almeno i Paesi partecipanti non hanno mica bisogno di pagare un traduttore per poter scrivere i contenuti nella propria lingua... Leggi tutto
22-5-2025 18:01

Noi non parliamo inglese come lingua universale perché succubi degli USA, lo facciamo perché tutto il mondo anglosassone ha vinto la seconda guerra mondiale ed ha dettato le condizioni postbelliche. Se metti insieme tutti quei paesi (intendo inclusa la sfera d'influenza del Commonwealth), la percentuale sul totale planetario giustifica... Leggi tutto
22-5-2025 15:36

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