Nel giro di qualche mese Francesco Nonno da controllore diventa controllato e si troverà così ad applicare regole che lui stesso ha contribuito a definire. Possiamo aspettarci imparzialità dall'Authority, quando accadono episodi di questo genere?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-07-2004]
Circa tre mesi fa Telecom Italia ha assunto Francesco Nonno e gli ha affidato l'incarico di dirigere la funzione Regulatory della sua divisione internazionale (Telecom Italia Sparkle).
Qualcuno si chiederà che cosa ci sia di strano in una normale nomina dirigenziale. La particolarità della nomina è che Francesco Nonno, prima di andare a lavorare in Telecom Italia come responsabile degli affari regolatori e cioè dei rapporti con l'Authority delle Tlc, con il Ministero delle Comunicazioni, con l'Unione Europea, e con gli altri organismi internazionali, era dirigente del dipartimento Vigilanza e Controllo dell'Authority stessa.
Nel gioro di qualche mese Francesco Nonno si è ritrovato da controllore a controllato: è saltato dall'altra parte del tavolo e si troverà ad applicare regole che lui stesso ha contribuito a definire.
Anche per l'immagine e l'onorabilità delle istituzioni pubbliche il salto è notevole, ma non si tratta propriamente di un salto di qualità. Cosa possono pensare i cittadini dell'imparzialità dei funzionari dell'Authority se questi, senza far passare molto tempo, vanno a lavorare in posizioni di prestigio e responsabilità presso le imprese che avrebbero dovuto controllare?
In Telecom Italia, tanto per non andare lontani, spesso si vincolano i massimi dirigenti ad accordi di non concorrenza con la loro ex azienda, quando questi la lasciano. E' un comportamento perfettamente legittimo: ma perché questo non vale anche per l'Authority?
Non sono questioni trascurabili: la legge sul conflitto di interessi, appena definitivamente approvata dal Parlamento, affida all'Authority, insieme all'Antitrust, nuovi e importanti compiti di vigilanza sulle attività economiche del Presidente di Consiglio (non solo quello di oggi ma anche quello di domani) e dei ministri per verificare che questi non approfittino della loro posizione per favorire le proprie aziende o quelle dei congiunti più stretti.
Cosa penseremmo se un funzionario dell'Authority, dopo aver vigilato sul fatto che le politiche di Berlusconi non favoriscano le sue Tv, andasse a lavorare in Mediaset per curare i rapporti con l'Authority? Ci stracceremmo tutti le vesti. Il caso di Nonno è un pericoloso precedente.
Il presidente del Comitato Etico dell'Authority è il professor Leopoldo Elia. Il Comitato Etico è un organismo preposto a vigilare sul comportamento dei commissari e dell'Authority stessa: in altre parole deve verificare l'effettivo rispetto del codice ed eventualmente può formulare proposte di norme e procedure per favorire la massima trasparenza e il massimo rispetto della legalità.
Leopoldo Elia è un insigne costituzionalista, tanto da essere stato anche Presidente della Corte Costituzionale; è stato anche senatore, deputato, nonché ministro nel governo Ciampi, ed è riconosciuta da tutti la sua serenità, onestà e competenza.
Sarebbe bene che Elia prendesse a cuore questa vicenda, suggerendo quelle norme regolamentari e se necessario legislative, perché cose del genere non accadano mai più.
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