La nuova società dell'892892 e Telecom Italia si fanno la guerra nei tribunali per spartirsi il mercato dei servizi di informazione. Ma chi si occupa dei diritti dei lavoratori e dei clienti?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-08-2005]
Telecom Italia ha fatto causa a "Il Numero", così si chiama la società italiana aperta dal gruppo americano Infoxx, che ha lanciato il suo nuovo servizio di informazioni elenco abbonati 892892, con un'imponente e memorabile campagna pubblicitaria. La campagna pubblicitaria omette di dire quale sia la società che sta dietro l'892892 che prenderà il posto del 12 di Telecom Italia, chiuso per decisione dell'Authority dal 1° Ottobre tanto che, perfino, molti dipendenti di Telecom Italia hanno creduto in buonafede che si trattasse di una campagna del maggiore gestore telefonico italiano.
Per Telecom Italia si tratta di una campagna ingannevole, volta a far credere che questo servizio sia di Telecom Italia, che, invece, ha il suo 892412, soprattutto utilizzando il colore rosso per le tute dei due bruttissimi ed ormai famosi ballerini, colore sociale per eccellenza di Telecom Italia che lo usa per cabine, auto aziendali e nel logo. Sarà difficile, un precedente in assoluto, che i giudici sentenzino un "copyright" di Telecom Italia sull'utilizzo del rosso in pubblicità, pensiamo ai poster giganteschi dei Ds e delle Feste dell'Unità che campeggiano sui muri delle principali città italiane.
Quelli de Il Numero replicano con una controquerela basata sul fatto che nei mesi scorsi gli operatori dei servizi 12/412 hanno svolto un'ampia promozione dell'892412 invitando tutti i clienti a chiamarlo. Anche qui la pretesa de Il Numero è in parte infondata: Telecom Italia aveva il diritto di far sapere ai propri clienti che il 12 spariva e sarebbe stato sostituito da un nuovo servizio, certamente lo aveva sul 12 mentre è più opinabile che lo avesse sul 412 dove il cliente che chiama paga a tempo, ma potrebbe, eventualmente, chiedere il rimborso delle frazioni di minuto pagate per sentire la promozione.
A pagare saranno anche i lavoratori: l'Authority avrebbe dovuto porre alcune condizioni obbligatorie a chi voleva operare nel settore: l'adozione del contrato nazionale delle Tlc per i dipendenti, l'utilizzo preferenziale di contratti a tempo indeterminato comunque non a tempo e con collaborazione autonoma, l'investimento in progetti di formazione professionale e, invece, a parità di costi per il cliente finale la concorrenza verrà giocata tutta sul costo del lavoro e sulla flessibilità.
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