I Garanti Privacy a Google: più tutele per gli utenti

I Garanti europei si scagliano contro Buzz. Gmail è diventata un social network calpestando i diritti degli utenti. Google dovrebbe dare il buon esempio.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-04-2010]

Garanti privacy europei Google Buzz

Il Garante italiano e altre Autorità di protezione dei dati hanno chiesto a Google e ad altre multinazionali rendere più rigoroso il rispetto delle leggi sulla privacy in vigore nei paesi in cui immettono nuovi prodotti on line.

Nella lettera - firmata dai presidenti delle Autorità di protezione dati di Italia, Canada, Francia, Germania, Irlanda, Israele, Olanda, Nuova Zelanda, Spagna e Gran Bretagna - si esprime profonda preoccupazione per il modo in cui Google affronta le questioni legate alla privacy, in particolare per quanto riguarda il recente lancio del social network Google Buzz.

"Troppo spesso" si legge - "il diritto alla privacy dei cittadini finisce nel dimenticatoio quando Google lancia nuove applicazioni tecnologiche. Siamo rimasti profondamente turbati dalla recente introduzione dell'applicazione di social networking Google Buzz, che ha purtroppo evidenziato una grave mancanza di riguardo per regole e norme fondamentali in materia di privacy".

"Inoltre" - aggiungono i Garanti europei - "questa non è la prima volta che Google non tiene in adeguata considerazione la tutela della privacy quando lancia nuovi servizi".

I problemi di privacy legati al lancio di Google Buzz avrebbero dovuto essere "immediatamente evidenti", secondo le dieci autorità, alla stessa azienda: tant'è vero che è già nata un'azione collettiva proprio per questi motivi.

Attraverso Google Buzz, infatti, Gmail è stata improvvisamente trasformata in social network pur essendo nata come un servizio di posta elettronica tra privati.

Questo è avvenuto perché, in modo del tutto autonomo, Google ha assegnato ad ogni utente di Google Buzz una rete di "amici" ricavati dalle persone con cui l'utente risultava comunicare più spesso attraverso Gmail. E ciò è avvenuto senza informare adeguatamente gli interessati di quanto si stava facendo e senza specificare le caratteristiche del nuovo servizio, impedendo in questo modo agli utenti di esprimere un consenso preventivo e informato.

Con questo comportamento è stato violato un principio fondamentale e riconosciuto a livello mondiale in materia di privacy: ossia che spetta alle persone controllare l'uso dei propri dati personali.

Google non è l'unica società ad avere introdotto servizi online senza prevedere tutele adeguate per gli utenti. Tuttavia i Garanti sollecitano Google a dare l'esempio incorporando meccanismi a garanzia della privacy direttamente in fase di progettazione di nuovi servizi "in quanto leader nel mondo online".

La lettera si chiude con la richiesta a Google di spiegare come intenda assicurare che in futuro le norme in materia di protezione dati vengano rispettate prima del lancio di nuovi prodotti.

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