[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-08-2019]
Per chi ama il caffè espresso e perciò non può rassegnarsi ad adoperare la tradizionale moka (o magari una caffettiera napoletana) si pone un dilemma: come conciliare l'uso di una macchina per il caffè con il nobile intento di ridurre al minimo il consumo di energia e la produzione di rifiuti?
Le macchine che usano caffè macinato o in polvere risolvono il secondo problema, ma non il primo; quelle a cialde o capsule sono addirittura responsabili di entrambi.
Poi c'è ROK, che non solo non produce rifiuti (al di là dei fondi di caffè) ma nemmeno consuma elettricità, dato che funziona manualmente.
ROK è tanto piccola da essere portatile e, a prima vista, pare un cavatappi troppo cresciuto.
Il funzionamento è abbastanza intuitivo: si carica il caffè macinato nell'apposito alloggiamento del filtro, dopo averlo compattato il giusto, quindi si aggiunge l'acqua calda e infine si premono "le braccia", producendo manualmente la pressione necessaria a far attraversare la polvere dall'acqua e produrre così un'ottima tazza (o due, con l'apposito adattatore) di caffè espresso.
Si capisce che, se è vero che la macchina in sé non consuma elettricità, l'acqua deve comunque essere scaldata separatamente: perciò servirà un altro apparecchio che - tramite corrente o gas - provveda al compito, e un minimo di consumo ci sarà comunque.
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ROK è una novità assoluta? In realtà, no; o, forse, lo è a Londra, dov'è nata. In Italia abbiamo da tempo macchine da caffè a leva come quelle di La Pavoni o San Marco.
La ROK resta comunque interessante se considerata come un nuovo approccio allo stesso concetto, oltretutto acquistabile a un prezzo inferiore rispetto alle proposte delle marche più sopra citate: sul sito ufficiale il modello base costa 149 sterline, ossia circa 160 euro.
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