Il secondo modello del portatile di Negroponte (che dovrebbe chiamarsi XO-2 o XOXO) avrà due schermi touchscreen e costerà molto meno del predecessore.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-05-2008]
Più piccolo, senza tastiera (forse una mossa per evitare i problemi tecnici?), meno affamato di corrente e meno costoso: in sintesi, questo è tutto quanto si sa della prossima versione del portatile del progetto Olpc, che nei sogni di Nicholas Negroponte vedrà la luce nel 2010.
Il laptop XO-2 (o, come lo chiama orribilmente qualcuno, XOXO) sarà grande la metà del prototipo e richiamerà, nelle dimensioni e nella progettazione, un e-book: "Il laptop della prossima generazione dovrebbe essere un libro" ha detto infatti Negroponte, presentandolo.
La presenza di due schermi touchscreen porterà a fare a meno di una tastiera vera, che verrà sostituita da una virtuale quando XO-2 sarà usato in modalità laptop; potrà però essere usato anche come tablet Pc (con questa configurazione i due schermi formeranno un'unica superficie continua) oppure, tenuto in orizzontale, sembrerà proprio un libro, mostrando una pagina a destra e una a sinistra.
Su tutti gli altri dettagli tecnici Negroponte ha preferito non sbilanciarsi; in realtà, probabilmente, molte delle idee mostrate alla presentazione sono lungi dall'essere realizzate, e si basano almeno in parte sull'intervento di nuovi partner che stanno ancora valutando la propria adesione al progetto.
Per questo motivo, oltre che per la concezione apparentemente troppo futuristica, molti ritengono che l'annuncio del 2010 come data di lancio sia stato dettato da un ottimismo eccessivo; meglio sarebbe - ha suggerito qualcuno - se la Fondazione Olpc si concentrasse sulla riduzione del prezzo dei portatili attuali, che è al di sopra dei 100 dollari indicati inizialmente.
Sempre parlando di prezzi, inoltre, i 75 dollari indicati da Negroponte per XO-2 sono sì in linea con gli scopi del progetto Olpc ma, come insegna la storia del primo modello, i costi potrebbero lievitare prima dell'apparizione sul mercato.
Ulteriori perplessità, infine, riguardano proprio una delle caratteristiche più innovative, ossia la mancanza di una tastiera fisica: utilizzarne una virtuale certamente permette di poter cambiare layout a piacimento, creando disposizioni di tasti adatti per ogni applicazione, lingua e utilizzatore (i più piccoli potranno usare una tastiera semplificata, per esempio), ma contemporaneamente priva l'utente del feedback, delle sensazioni che la pressione di un tasto trasmette e che aiutano nella digitazione.
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